Incontro tra Comune, associazioni e l'assessore alla Cultura del capoluogo
«Capitale europea della cultura 2019 grazie al Sulcis»
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Cagliari si gioca il jolly Iglesias (e, in generale, tutto il territorio del Sulcis Iglesiente). Perché proprio da queste parti potrebbe arrivare una mano d'aiuto importante perché il capoluogo regionale ottenga il titolo di capitale europea della cultura nel 2019. Ieri l'assessore comunale alla Cultura di Cagliari, Enrica Puggioni, si è presentata in Municipio per confrontarsi con le associazioni culturali della città e con l'amministrazione (all'incontro erano presenti il sindaco Emilio Gariazzo, il suo vice Simone Franceschi e il commissario straordinario del Parco geominerario Gian Luigi Pillola).
L'INCONTRO È stato un colpo di fulmine quello che ha unito Cagliari e Iglesias davanti al progetto europeo. «Non avevamo quasi fatto in tempo a presentare la nostra candidatura», racconta Enrica Puggioni, «che siamo stati contattati da Iglesias». Un matrimonio d'amore che è anche un matrimonio di interesse. All'atto della candidatura Cagliari ha messo sul piatto della bilancia tutto quello che il Sulcis può offrire. «Siamo arrivati con le fotografie di Cala Cipolla, del centro storico di Iglesias, di Nebida: immagini che hanno colpito tantissimo». Ma, bellezze naturalistiche e architettoniche a parte, il Sulcis ha una carta che risulta vincente a livello europeo, la storia, come ha spiegato Pillola, plurimillenaria dell'attività estrattiva. In fondo, Essen divenne, nel 2010, capitale europea della cultura, proprio sfruttando, tra le altre, questa peculiarità.
I VANTAGGI Se Cagliari riuscirà a battere la concorrenza delle altre cinque città in lizza (Ravenna, Matera, Lecce, Perugia-Assisi, Siena), anche il territorio del Sulcis-Iglesiente avrà benefici. «Perché», dice Gariazzo, «i visitatori non staranno certo a Cagliari solo per un giorno. E noi, grazie alle nostre attrattive, potremo farne arrivare tanti». I siti minerari («che», l'appello accorato di tutte le associazioni, «devono essere aperti) ma anche l'archivio minerario e, perché no?, quella storia medievale che caratterizza Iglesias.
I PRIMI PASSI La città non lascerà nulla di intentato. Le associazioni culturali sono già al lavoro. E anche il Comune è impegnato. Intanto a colmare una lacuna. «Abbiamo tante cose importanti», interviene Franceschi, «ma non siamo riusciti a farle conoscere neanche a Cagliari». Proprio per questo, il Comune sarà attivo già dal mese prossimo nel centro culturale cagliaritano del Ghetto dove verrà illustrata la candidatura del capoluogo: in un locale dedicato Iglesias cercherà di mostrare quanto di bello e importante ha ai cagliaritani. E poi, insieme a tutto il sud dell'Isola, si andrà alla conquista dell'Europa in nome della cultura. Perché un eventuale successo sarebbe una vitale boccata d'ossigeno per una provincia che vanta il poco onorevole titolo di più povera d'Italia.
Marcello Cocco