di Umberto Aime w
CAGLIARI
È scontato, ma va scritto: finalmente. Finalmente oggi i 60 consiglieri regionali della XV legislatura saranno proclamati dall’Ufficio centrale elettorale della Corte d’appello. Alle 12.30, nell’aula delle udienze civili, a confermare la ripartizione dei seggi fra gli otto collegi, a ribadire quanti posti andranno a questo o quel partito, a proclamare il vincitore assoluto, Francesco Pigliaru, ma soprattutto a leggere l’atteso elenco dei 59 eletti sarà Mario Biddau, il presidente dell’Ufficio. Non ci dovrebbero essere sorprese rispetto ai nomi pubblicati all’indomani dello spoglio elettorale che ormai risale a oltre tre settimane fa. Non ci dovrebbero essere, anche se ieri è circolata l’indiscrezione, non confermata, del possibile spostamento di un seggio all’interno del centrosinistra, la coalizione che ha vinto. Oggi dunque gli eletti, poi il resto della storia sarà nelle mani dei giudici del Tar: sono annunciati decine di ricorsi. La giunta. Se Francesco Pigliaru vorrà tener fede alla parola data a metà febbraio, l’indomani dovrebbe presentare la giunta. Dovrebbe, ma non è detto. Le limature sono ancora in corso e non tutte le 12 deleghe sono state assegnate. Anche se qualcuno, con ottimismo, si è fatto trasportare da un entusiastico «per dieci dodicesimi è fatta». È proprio così? Il Pd. Ieri è saltato l’annunciato vertice fra il governatore e i democratici: rinviato a questo pomeriggio, nella sede provvisoria di via XX Settembre, perché da domani Pigliaru avrà tutti i titoli per prendere possesso degli uffici di viale Trento, visto che a Villa Devoto non andrà. A parte la logistica, i problemi del Pd sono molto più complicati. Dall’ultima riunione interna, a essere usciti scontenti non sono stati solo i renziani della prima ora, ma anche i nuoresi e persino qualche sassarese. Perché? Perché due dei tre nomi scelti dal presidente e su cui Pigliaru sarebbero pronto al braccio di ferro, non piacciono ad alcuni del Pd. A essere criticato non è Raffaele Paci, predestinato alla programmazione, ma Donatella Spano (pro rettore a Sassari) all’ambiente e Luigi Arru (ematologo, presidente dell’Ordine dei medici di Nuoro e fratello di Antonello, ai vertici del Banco di Sardegna) alla sanità. Nel Pd c’è qualche mal di pancia, tant’è che i democratici sperano in un ripensamento in extremis del presidente almeno sulla sanità, con la sostituzione di Arru col ginecologo cagliaritano Gianni Monni. Mentre l’alternativa per Donatella Spano potrebbe essere Giuseppe Pulina (direttore di agraria a Sassari) anche se questo avvicendamento appare improbabile. Oltre a guardare nel piatto del presidente, i democratici hanno ancora qualche bufera in casa. Se è vero che dopo aver blindato per la presidenza del Consiglio Gianfranco Ganau, Antonello Cabras ha scelto Massimo Deiana (docente universitario a Cagliari ed esperto di continuità territoriale) per i trasporti. Se è vero che Renato Soru ha opzionato gli affari generali ma è indeciso fra Tore Sanna (sindaco di Villasimius) e Gian Mario Demuro (costituzionalista). Se è vero che Paolo Fadda ha indicato Cristiano Erriu (sindaco di Santadi e presidente dell’Anci) all’urbanistica, alla minoranza del Pd è rimasto il poco ambito assessorato al lavoro. Peggio ancora non eleggerà neanche Franco Sabatini capogruppo: a guidare in aula i democratici sarà Pietro Cocco, sindaco di Gonnesa e soriano doc. Con il muso lungo, la minoranza ha scelto per l’assessorato al lavoro Virginia Mura, alto dirigente del ministero del lavoro a Cagliari e vedova di Silvio Cherchi, storico presidente della Lega delle cooperative. Se stasera non ci saranno correzioni, sarà questa la delegazione del Pd e lo sarà comunque seppure fra molti malumori alla luce del sole. Gli altri. Sel ha deciso: alla cultura andrà la ricercatrice del Cnr Claudia Firino, natali sassaresi e residenza a Cagliari, che ha messo d’accordo i leader i delle due anime vendoliane, Luciano Uras e Michele Piras. Da tempo ha deciso il Partito dei sardi, con uno dei suoi fondatori Paolo Maninchedda ai lavori pubblici. Blindato è l’assessorato all’agricoltura: sarà dei Rossomori, con l’oristanese Elisabetta Falchi, presidente di Confagricoltura su cui però la potente Coldiretti avrebbe espresso qualche perplessità. Restano in ballo gli assessorati al turismo e all’industria: a contenderseli sono il Centro democratico e la Sinistra sarda (Pdci-Rifondazione). Qualunque sia l’assegnazione, dovrebbero proporre due assessori donna, anche se la Sinistra punta molto su Leonardo Marras, presidente dell’azienda trasporti di Sassari. Da questo squadra resterebbe fuori Sardegna vera, la coalizione dell’ultim’ora fra Idv-Verdi, Upc, La Base e Socialisti, ma i giochi non sono ancora chiusi a poche ore dall’annuncio: «Ecco la mia giunta», firmato Francesco Pigliaru, il governatore.