Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sant'Efis, i confratelli vanno alla guerra

Fonte: L'Unione Sarda
8 maggio 2008

Resta alta la tensione tra Pula e Cagliari. La parola all'Arcivescovo Giuseppe Mani
Sant'Efis, i confratelli vanno alla guerra
La modifica del percorso fa rispuntare le vecchie ruggini
Riesplode la guerra tra la Confraternita di Pula e l'Arciconfraternita di Cagliari dopo la modifica del percorso decisa all'ultimo momento.
Una cosa è certa: il santo guerriero tutto avrebbe voluto per la sua festa ma non che tra i confratelli scoppiasse la battaglia. Eppure la rissa è stata davvero sfiorata, l'altra mattina in Piazza del Popolo, quando la tensione tra l'Arciconfraternita di Cagliari e la Confraternita di Pula è salita alle stelle per la modifica improvvisa del percoso. Poi è accaduto di nuovo a Nora, dove i “cagliaritani” sono stati aggrediti verbalmente da alcuni pulesi per aver posizionato durante la messa il santo spalle ai fedeli.
I PROBLEMI Ruggini antiche e nuove generate dai ruoli che competono ciascuna delle confraternite nel momento in cui il simulacro arriva a Pula, ma anche dalla proprietà della chiesetta di Nora rivendicata da entrambe le organizzazioni. Un possesso conteso da quando il parroco di cinquant'anni fa l'ha inserita nell'elenco dei beni materiali posseduti dalla sua parrocchia, a seguito di una richiesta di censimento ordinata dall'Arcivescovo di Cagliari. La festa è finita, il voto della città di Cagliari è stato sciolto per la trecentocinquantaduesima volta, ma l'Arciconfraternita di Cagliari e la Confraternita di Pula il clima è tutt'altro che disteso.
IL PRESIDENTE «Noi non ce l'abbiamo né con i cittadini di Pula, né con l'amministrazione comunale - è con la “presunta” Confraternita che abbiamo qualche problema», ammette Andrea Loi, presidente dell'Arciconfraternita. «Quanto accaduto durante la processione e a Nora è stato enfatizzato. Insulti? Qualche maleducato, ma in linea di massima abbiamo ricevuto applausi». E rammaricato Loi, il suo mandato scadrà a fine anno ma non è riuscito a portare a termine quanto si era prefisso. «Avevo promesso di risolvere queste beghe ma purtroppo non ci sono riuscito, da ottobre ho fatto il possibile perché durante la festa non ci fossero tensioni, purtroppo qualcosa non è andato per il verso giusto». A dividere i due gruppi c'è anche un muro, anzi quattro, quelli della chiesa che sorge dove Efisio fu decapitato, contesa ormai da anni.
LE IDEE «Per noi più la chiesa rimane aperta e meglio è, in questo modo i fedeli possono continuare a visitare il luogo in cui conobbe la morte - dice Loi - va aggiunto però che sino a qualche anno fa, a Pula non ne possedevano neppure le chiavi. Don Benigno Lai, il parroco di Pula, ci chiese di poter utilizzarla perché al chiesa di Pula era chiusa per restauri: da allora le chiavi del portone non sono più rientrate a Cagliari. Dicono appartenga alla parrocchia di Pula? Strano non aver portato i documenti in curia richiesti dall'arcivescovo per dimostrare quanto sostenuto».
LA REPLICA La replica della Confraternita di Pula non si lascia attendere. «Quando il santo è arrivato in paese siamo stati allontanati dal cocchio, costringendoci a pregare a distanza di sicurezza - dice il presidente della Confraternita di Pula, Salvatore Cancedda - il percorso, che poi è lo stesso da tantissimi anni, era stato reso noto in una riunione in cui aveva partecipato anche il presidente dell'Arciconfraternita, strano aver preteso in Piazza del Popolo di puntare dritti in chiesa. Il santo messo spalle ai fedeli poi è stata un'azione piuttosto meschina: è offeso con Pula e guarda verso Cagliari, ha ironizzato un confratello cagliaritano». La controversia della chiesa verrà risolta dall'arcivescovo, che ha invitato le due confraternite a presentare quanti più documenti possibili. «Non ci interessa la proprietà della chiesetta, sono altri a doverci pensare, noi vogliamo coltivare l'attività spirituale del culto di Sant'Efisio e la devozione», aggiunge Emanuele Piddiu, il segretario della Confraternita. «Fino a vent'anni fa il tempio era sempre chiuso, ora i nostri volontari si alternano per aprirla anche durante la settimana».
IVAN MURGANA