Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Il Comune ci ripensi»

Fonte: L'Unione Sarda
12 marzo 2014


Sit in davanti al Municipio contro i parcheggi in via del Cammino Nuovo

 

La proposta: fuori le auto, in città solo coi bus


Parcheggi sotto le mura di Castello, la protesta sale di tono. Circa cento manifestanti si sono ritrovati ieri sera sotto i portici di via Roma davanti al Municipio per denunciare la loro contrarietà («netta, totale») al progetto del Comune che prevede la realizzazione in via del Cammino Nuovo di un parcheggio interrato (330 posti auto, la metà riservata ai residenti di Castello e Stampace Alto) e alla trasformazione dell'area-sosta di superficie in un parco privo di alberi ma ricco di essenze, cespugli e aiuole. L'obiettivo dei manifestanti: «Convincere gli amministratori a tornare indietro, a rivedere le loro decisioni». Il vicesindaco Luisa Anna Marras: «Pronti a incontrarli».
VINCIS Sotto i portici anche Tonio Vincis, stampacino («fummo noi del Comitato di quartiere a volere i parcheggi in via del Cammino Nuovo»), da anni in prima linea nella lotta per «difendere i diritti del rione». Sfodera la grinta di un tempo: «Siamo contrari alla pedonalizzazione di Stampace, i veicoli devono transitare e i parcheggi devono essere riservati ai residenti».
VACCA Giuseppe Vacca, del Comitato Villanova, racconta del suo quartiere pedonalizzato, scuote la testa. «Un fallimento, almeno per noi residenti. Spendiamo 660 euro all'anno per parcheggiare le nostre auto». Villanova e Castello, destino comune: «Sì, perché gli scavi che si intendono promuovere avranno una ripercussione anche sul nostro quartiere».
MAROTTA C'è chi ce l'ha con la movida. «Io abito in via Ospedale», tuona Luciana Marotta, «e garantisco di essere una delle tante vittime della movida. Per noi, dopo le venti, è impossibile parcheggiare. Eppure siamo residenti».
IL DOCENTE Marco Cadinu, docente ad Architettura, ha una visione storica dell'area dove sono stati programmati gli interventi. Come storico dell'architettura è preoccupato: «Già in passato, penso al 1500, sono stati fatti scavi sotto le mura di Castello e gli esiti sono sempre stati incerti». Il bastione di Santa Croce, alla sua base, nasconde chissà quali ferite o testimonianze archeologiche. Cadinu auspica un'attenzione particolare, trattandosi di un luogo ricco di storia ma anche di un bene da tutelare: «Di una cisterna si sono perse le tracce, ci chiediamo che fine abbia fatto».
LA RESIDENTE Rosanna Sechel abita a Castello: «Ho uno stabile non lontano dal Ghetto degli Ebrei. Già venticinque anni fa c'è stato uno scivolamento del terreno». Non vorrebbe che si ripetesse: «Mi chiedo che senso abbia scavare e minare la stabilità delle mura. Io abito sopra Santa Croce e so bene di cosa parlo».
SOCIAL FORUM Davanti al Comune ci sono manifesti («i parcheggi diminuiranno»), Andrea Olla - di Cagliari Social Forum - distribuisce volantini. «Il contenuto ha un taglio ironico ma alcune questioni le poniamo ugualmente». Sul volantino: «A Milano e ad Amsterdam hanno risolto il problema delle troppe auto impedendone l'entrata in città e favorendo, invece, il movimento di mezzi pubblici frequenti, veloci, puntuali. Ma questa è un'idea che per qualche oscuro motivo non è riuscita a emergere nelle menti dei nostri amministratori e ne deduciamo che evidentemente è un'idea sbagliata».
ITALIA NOSTRA Maria Paola Morittu, referente di Italia Nostra per la Pianificazione territoriale, spiega ai giornalisti i punti della battaglia degli ambientalisti. Nelle “Osservazioni” sul “Sistema coordinato di parcheggi di scambio nel Centro Storico – Parco Cammino Nuovo” si è chiesta: «Cosa accadrebbe se la conservazione dei ritrovamenti archeologici si rivelasse incompatibile con la realizzazione del parcheggio?». La risposta: «Innumerevoli sarebbero le conseguenze per l'aspetto culturale e paesaggistico o sotto il profilo dei contenziosi. Per non parlare del grave rischio idrogeologico dell'area e delle zone circostanti, in assenza di dati sicuri sul sottosuolo della rocca, non certo conoscibile in base ai pochi carotaggi eseguiti».
Pietro Picciau