Rassegna Stampa

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Multipiano sotto le mura, da Floris a Zedda dieci anni di proteste. Ecco i perché del no

Fonte: web cagliaripad.it
10 marzo 2014

 

Addio ai tapis roulant si lotta contro il parcheggio interrato. Tra rischi idrogeologici, paesaggistici e archeologici e residenti che temono di perdere la sosta gratuita. “E per favore: non chiamatelo parco”

Ennio Neri,
e.neri@cagliaripad.it


 

 

Rischi archeologici e idrogeologici. E la mancanza di rispetto verso il paesaggio e la storia di uno dei tasselli pregiati della città, come denunciano intellettuali e ambientalisti. Poi i residenti che non hanno alcuna voglia di rinunciare al parcheggio in superficie gratuito in cambio di un posto auto interrato a pagamento. Del resto la tradizione dei multipiano cagliaritani (Apcoa di via Amat e viale Regina Elena come piazza Nazzari) non è particolarmente fortunata. Anche se promuovono a pieni voti l’obiettivo di pedonalizzare Castello e Stampace alto, i trasportisti si chiedono se l’amministrazione abbia valutato anche soluzioni alternative. Ma riguardo al progetto del parco di via Cammino Nuovo, che sarà realizzato sopra un parcheggio in struttura di tre piani incastrato tra i contrafforti del ‘700 e le mura pisane del ‘200, resta un boccone amaro che i comitati proprio non riescono a digerire: la mistificazione sul nome: “Non ci saranno alberi perché sopra il parcheggio non possono andarci oltre 20 cm di terra e poi le prese d’aria che porteranno lo smog in superficie. Ma quel parco? Per favore: non prendeteci in giro”, chiede Maria Paola Morittu di Italia Nostra.

È trascorso circa un decennio dalla prima mobilitazione dei comitati di residenti e ecologisti contro la “meccanizzazione” di Castello voluta da Floris: tapis roulant, scale mobili, bar, ristoranti e ascensori incassati in grado di collegare Castello con Stampace: da via Santa Margherita e via San Giorgio a via Cammino Nuovo e da qui a via Genovesi e via Santa Croce. Ora non ci sono più i tapis roulant, le scale mobili, i bar e i ristoranti. E non c’è più (al governo della città) Floris. Ora c’è Zedda che oggi conferma l’ultima variante approvata da Floris: sì agli ascensori incassati (uno da via Santa Margherita a via Cammino Nuovo e l’altro da via Cammino Nuovo a via Santa Croce), al giardino sotto le mura, alla riqualificazione di Santa Chiara, al consolidamento delle antiche mura e, soprattutto, al parcheggio sotto via Cammino Nuovo (330 posti auto distribuiti su tre livelli, la metà dei quali riservati ai residenti di Castello e Stampace alto, e due ingressi uno all’angolo con via San Giorgio e l’altro in via Santa Margherita accanto alla sede della circoscrizione). E così, oggi i comitati sono scesi nuovamente in piazza a dare battaglia.

“I tapis roulant li hanno eliminati soltanto per evitare la valutazione di impatto ambientale”, attacca ancora la Morittu, “per il presto il progetto è identico, lo stesso che l’attuale sindaco Zedda, il presidente della commissione Urbanistica Scano e il presidente del Consiglio Depau criticavano con vigore. Oggi invece lo ripropongono tale e quale, violando lo spirito del piano paesaggistico regionale”. “E' ormai antistorico pensare ad un Parking sotto le mura”, spiega Gianfranco Carboni, ex presidente della circoscrizione del Centro storico, da anni in prima fila contro il progetto, “considerando che gli interventi sulla mobilità sono eccellenti. Ci piace il verde e tutto ciò che abbellisce la città. Il tema è altro: come salvare un Quartiere che muore”.

Restano perplessità sui rischi archeologici (classificati come “medio alti”) e soprattutto quelli idrogeologici (a pochi passi c’è vico III Sant’Efisio, strada da anni chiusa al traffico, una delle zone maggiormente a rischio crolli in città) che però le ultime analisi sembrano escludere. Una “berlinese” tirantata dovrebbe poi proteggere lo scavo. No comment da parte dell’amministrazione. Alla manifestazione ha partecipato il presidente della commissione comunale Lavori pubblici Maurizio Chessa, che però ha scelto il silenzio, lasciando campo aperto al coro dei dubbiosi e dei no. “Nessuno ci ha spiegato perché questo parcheggio serve”, dichiara Italo Meloni, docente di Pianificazione dei Trasporti nella facoltà di Ingegneria, “e nessuno ci ha detto se sono state prese in esame soluzioni alternative per pedonalizzare gli antichi rioni, senza necessariamente costruire un multipiano interrato”. “Questo è un luogo ricco di storia”, spiega la studiosa Maria Antonietta Mongiu, “sarebbe stato opportuno un accordo di programma con Università e privati per creare un unico sistema capace di mettere in collegamento il bastione del Balice, Santa Chiara, la Fossa di San Guglielmo e l’area di via Fara, per ridisegnare un’area di pregio in un’ottica paesaggistica”.

Il senatore penta stellato Roberto Cotti annuncia un’interrogazione al ministro dei Beni culturali Franceschini e i comitati ecologisti minacciano un ricorso al Tar. Appuntamento per la nuova protesta è per martedì alle 17 in via Roma, davanti al Comune.