Polemiche, a due mesi di distanza, sul bando per l’acquisto di nuove pistole e automobili per la polizia municipale bloccato dal sindaco Zedda. L’ex comandante, Manuela Atzeni torna sulla vicenda e attacca il primo cittadino: “Messa in discussione la mia onestà”. E, dal suo nuovo incarico alla Protezione Civile, potrebbero arrivare nuove grane.
CAGLIARI - “Ritiene necessario esprimere il proprio disappunto per le dichiarazioni del sindaco in Consiglio comunale con le quali manifestava l’intenzione di sospendere i bandi di gara” di pistole e moto “perché riteneva che fossero rispettivamente non conformi alla legge e di non essere stato posto a conoscenza dell’acquisto delle armi”. Inizia così lo sfogo di Manuela Atzeni, ex comandante dei vigili e attuale dirigente della Protezione civile. Una dura reprimenda contro Zedda, datata lo scorso 4 febbraio, durante la riunione della commissione Servizi tecnologici. Le varie dichiarazioni sono messe nero su bianco nel verbale di commissione.
Il tema è l’incontro con l’assessore competente Pierluigi Leo, sulle nuove deleghe tra le competenze della commissione, e al tavolo siedono anche Mario Delogu (tornato a dirigere la caserma di via Crespellani, prima era alla Protezione civile) e Manuela Atzeni (che ha compiuto il percorso inverso). La miccia scoppia in seguito a una frase del presidente della commissione, il Pd Fabrizio Marcello: “Tutti gli interventi della nostra amministrazione sono volti a preservare salute e sicurezza dei cittadini, nonché razionalizzare i costi per le casse pubbliche garantendo la qualità dei servizi”. Apriti cielo: la Atzeni prende la parola e, dopo aver espresso disappunto per le parole dette due mesi prima da Zedda, ritiene “che sia stata messa in discussione la propria onestà nella gestione delle procedure”, e ricorda che “le norme in vigore consentono oggigiorno di individuare anche il modello del bene da acquistare, purchè ne vengano adeguatamente motivate le ragioni”. A conclusione del suo sfogo, la Atzeni spiega che “gli atti non sono mai stati oggetto di ricorso”, “i bandi rispettavano le leggi vigenti in materia” e sono contenuti nella “delibera di giunta sull’articolo 208 del codice della strada e approvazione bilancio 2013”.
Un rapido passo indietro, per comprendere meglio: la notizia delle due maxi-spese per armi e moto (146800 euro per le nuove pistole, 240mila euro per le nuove moto) viene portata in Consiglio comunale, lo scorso dicembre, grazie a due interrogazioni bipartisan. Per l’opposizione il consigliere Pierluigi Mannino (Patto per Cagliari) e per la maggioranza Giovanni Dore (ora Sardegna Pulita): entrambi sollevano dubbi sull’opportunità delle due spese. Zedda condivide le interrogazioni e dice che “nessuno ha mai dato simili indicazioni”, sulle pistole “mi stupisce che sia indicata solo una cilindrata, approfondirò questo aspetto. Gli stessi agenti dicono che non c’è una simile esigenza. Le moto potrebbero avere necessità di essere sostituite”. Alla fine, entrambi i bandi vengono bloccati. Ma, a scoppio ritardato di tre mesi, le dichiarazioni di Zedda sono tornate a far discutere, con la dura replica della Atzeni.
Durante la commissione di trentatrè giorni fa, Manuela Atzeni ha anche messo l’accento sulla situazione del nuovo reparto che dirige (è utile ricordare che l’abbandono della Polizia municipale da parte della Atzeni è avvenuto per via di una sentenza del Tar che aveva annullato la sua e altre tre nomine dirigenziali, lo scorso dicembre). Sempre dal verbale fresco di pubblicazione, si legge che “nel breve tempo che ha avuto a disposizione da quando le è stato conferito l’incarico”, la Atzeni ha rilevato “carenza di organico”, chiede all’amministrazione “un potenziamento” e afferma che “è in corso una contestazione da parte del personale della Protezione civile, in merito all’istituto del riposo compensativo e indennità di reperibilità”.