Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sant'Elia, fuga dalla scuola in cerca del riscatto sociale

Fonte: L'Unione Sarda
6 marzo 2014


Sparisce la prima elementare: i genitori iscrivono i figli in altri rioni
 

Ci sono battaglie silenziose, che si combattono ogni giorno sul fronte della scuola pubblica, che richiedono impegno e dedizione fuori dal comune ma che garantiscono un ritorno straordinario in termini di crescita culturale e sociale di una comunità. A Sant'Elia, periferia dimenticata per troppo tempo, quest'anno non esiste la prima elementare. E non dipende dal calo demografico che colpisce tutta Italia, perché anzi Sant'Elia è uno dei quartieri con la media anagrafica più bassa in città, ma perché molti genitori hanno preferito iscrivere i propri figli in altre scuole, magari nella vicina Colombo, al Quartiere del Sole.
Forse anche per sottrarre i bambini da un ambiente sociale spesso complicato e garantire loro una dimensione più tranquilla. «Molti genitori vivono la possibilità di mandare i figli a scuola fuori dal quartiere come una sorta di riscatto sociale», spiega il dirigente dell'Istituto comprensivo Randaccio-Tuveri-Don Mliani Giovanni Mazziotti, «ma la scuola a Sant'Elia è l'unico presidio formativo». Giuseppe Mazziotti dal primo settembre scorso ha ereditato anche la scuola dell'infanzia Paulo Freire e la elementare Nanni Loy di via Schiavazzi: 107 bambini in tutto. La speranza, ancora non è ufficiale ma ci sono buone possibilità, è che l'anno prossimo ci sia nuovamente la prima elementare.
«Sarebbe un segnale importante, anche se le scuole di Sant'Elia continuano a essere sottodimensionate perché quest'anno usciranno due quinte e resteremo con una classe in meno. È fondamentale ricucire il rapporto di fiducia tra scuola e famiglie che devono trovare allettante la nostra proposta formativa e ricominciare a iscrivere i bambini nel quartiere». Una battaglia in cui anche il Comune si è schierato con entusiasmo, a fianco ai docenti e ai dirigenti. «Noi puntiamo», racconta l'assessore alla Pubblica Istruzione Enrica Puggioni, «su Sant'Elia come modello di scuola aperta, in cui il confronto con il mondo culturale sia costante. Abbiamo organizzato in tutto l'inverno dei festival al Lazzaretto, la scuola e i bambini sono stati sempre protagonisti. Non usiamo la parola periferia ma immaginiamo una città policentrica in cui Sant'Elia dovrà essere un laboratorio culturale d'eccellenza. E la scuola è il primo passo fondamentale di questo percorso. Ma devono darci una mano anche le famiglie che devono credere non tanto in noi quanto in loro stesse».
Alberto Urgu