Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La danza dei fenicotteri rosa incorniciata da cumuli di rifiuti

Fonte: L'Unione Sarda
5 marzo 2014


Discariche sulle rive dello stagno. Pronti 400 mila euro per la bonifica
 

I tanti soldi spesi li ricorda l'immenso cartello sbiadito dal tempo e dall'incuria, incorniciato dalla ruggine e scivolato lungo i pali di ferro che un tempo lo reggevano alto, e ben in vista, sulle sponde dello stagno. Progetto life-Santa Gilla, cinque milioni e 587 mila lire d'investimento. E visto che gli anni erano quello che guardavano all'Europa, regola imponeva che al fianco alle lire ci fossero pure gli euro. Tanti quattrini arrivati da Bruxelles e dalla Regione per la laguna sospesa tra Cagliari, Assemini, Capoterra ed Elmas.
IL TEMPO Santa Gilla doveva sbarazzarsi del suo passato recente (non certo del tempo in cui la laguna dava da vivere a mille pescatori) per diventare riserva naturale regionale, zona umida di importanza internazionale tutelata dalla convenzione di Ramsar. Era il 1998 e la città ancora ricordava l'anno del colera, quando per spazzar via il vibrione la Regione spese oltre cento miliardi per la bonifica. Santa Gilla subiva ancora gli strascichi dell'industrializzazione pesante iniziata negli anni Cinquanta, di un Porto Canale che aveva drasticamente ridotto le sue potenzialità di compendio ittico tra i più produttivi d'Europa (la produzione crollava dai 17 mila quintali annui ai tremila), di un'epidemia che nel 1974 aveva imposto il divieto di pesca e raccolta di mitili e arselle. Poi la pulizia. La bonifica, appunto, durata parecchi anni, e culminata con la cementificazione dei Rio Mannu e Rio Cixerri che non dovevano più, perché inquinati dagli scarichi fognari, finire direttamente nello stagno ma in un lungo canale di guardia. La salvezza? «Macché», spiegano i pescatori che a Santa Gilla gettano le reti, raccolgono le vongole veraci e allevano i mitili. «Hanno dragato i fondali e mandato alla malore l'equilibrio biologico, eliminato l'apporto di acque dolci fondamentale per la produttività di una laguna e da ormai tantissimi anni il muro che separava il canale dalla laguna è danneggiato e nessuno l'aggiusta». Così, periodicamente, una manciata di coliformi fa trillare il campanello d'allarme nei laboratori che analizzano la qualità delle acque di Santa Gilla. Con inevitabili rallentamenti all'attività di prelievo e vendita di cozze e arselle.
I RIFLESSI Una batosta per la fabbrica di muggini, spigole, orate e vongole nostrane che sgomitano con le inopportune e infestanti arselle filippine capaci di riprodursi a ritmi incalzanti.
Intorno alla laguna, discariche e abusivismo. E abbandono, come ben raccontano le staccionate lungo i camminamenti e le postazioni di avvistamento dell'avifauna in legno sistemate tra lo stagno e il mare di Giorgino spazzate via dall'alluvione del 2008 ma anche da una sciagurata gestione che ha radici ben più profonde. Sono il ricordo di Gilia. I tanti soldi spesi ed evidentemente spesi male.
«Non è esattamente così, è però vero che una volta finiti quei fondi la gestione ha fatto acqua da tutte le parti», conferma l'assessore comunale all'Ambiente, Paolo Frau. «Recentemente, insieme ad Assemini, Elmas e Capoterra, abbiamo rimesso in moto l'ufficio intercomunale per far ripartire l'attività. Avevamo circa settantamila euro e li abbiano utilizzati per il sito di Terra e Olia, un'isoletta al centro dello stagno e nelle vicinanze delle saline di Conti Vecchi, dove è stato recuperato il centro di educazione ambientale rimasto abbandonato troppo a lungo. Erano state danneggiate addirittura le condotte dell'acqua».
Una piccola isola felice , circondata da un'incredibile quantità di specie ornitiche ma anche da un'altrettanto spettacolare teoria di discariche.
I RIFIUTI C'è di tutto, sulle sponde di Santa Gilla. Elettrodomestici e materassi, onduline in cemento-amianto e inerti. Cornice tragica di spettacoli mozzafiato.
Ci sono 400 mila euro per la bonifica. Per liberare la laguna dallo sconcio. Lo studio di caratterizzazione è già stato fatto, resta da indire la gara d'appalto. Poi sarà il momento della gestione. E bisognerà davvero pensare al governo della laguna, mettendo insieme il momento produttivo come la pesca e quelli dell'escursionismo, dell'educazione ambientale, del turismo. Anche questi, se ben organizzati, capaci di creare ricchezza. «La tutela ambientale - dice Frau - non può prescindere dall'attività di prelievo ittico, chi la pensa diversamente o addirittura vede queste attività come antagoniste, è solo un folle».
A. Pi.