Stadio Sant'Elia, domenica 2 marzo 2014. Le immagini di SkyCalcio informano, il tam tam via cellulare fa il resto: in pochi istanti tutti sanno, anche in Curva Nord, che Massimo Cellino è tornato e ha preso posto in tribuna. Poche ore prima, davanti e all'interno del Loftus Road, lo stadio di Londra del Queens Park Rangers, va in scena una contestazione (preventiva) contro il presidente, il “re del grano” come lo chiamano i media inglesi: una cinquantina di tifosi del Leeds va fino a Londra con due obiettivi, tifare per lo United ma soprattutto manifestare contro Cellino, sono vestiti - secondo loro - da mafiosi ma rigosoramente in giallo e blu, i colori del Leeds, club ormai è nelle mani di Cellino.
Al Sant'Elia, due minuti e 28 secondi dopo il calcio di inizio, cominciano i cori contro chi, da 22 anni, guida la società. E a questo club ha dato una struttura solida e un'immagine pulita, nessuno può negarlo. Un presidente, vogliamo un presidente , il coro parte dalla Nord e sbarcae in tribuna, un effetto stereo surround che perfora i timpani presidenziali. Lui resta impassibile, non raccoglie la provocazione, ma il suo umore è nero: al gol di Ibarbo, non celebra alla sua maniera. Quei cori non risparmiano Zedda, così come (tradizionalmente) la stampa locale. Da diversi anni non si sentivano contestazioni dirette al vertice della società, segnale che la pancia del tifo è in agitazione perché non sa, non capisce e vorrebbe sapere. E questo silenzio, rotto solo dalla frase «mi hanno fatto andare via», non è piaciuto. Le Curve, lo sa bene Lotito a Roma, non te lo mandano a dire. (e.p.)