Il parere del direttore regionale dell'Anci e sindaco di Mandas Umberto Oppus
«Equitalia voleva trasformarci in esattori per suo conto, meno male che il progetto non è andato in porto». Direttore generale dell' Anci Sardegna e sindaco di Mandas, Umberto Oppus fa i conti con le disavventure a pessimo fine di gente costretta a chiudere per l'inclemenza fiscale. «Oggi ci sono due tipi di oppressione, quella fiscale e quella burocratica». Esempio: la crescita a dismisura degli enti preposti ai controlli sulle attività produttive e commerciali. Asl, ispettorato del lavoro, vigili urbani, Inps, forestali etc). «Molti sono doppioni col risultato di far esasperare la gente che in questi anni di crisi cerca di far quadrare i conti».
L'osservatorio privilegiato di Oppus è la Trexenta, che non è la Svizzera rifugio degli evasori. «Una cosa è essere contro l l'evasione fiscale e su questo punto non ci possono essere dubbi. Ma un altro è l'oppressione fiscale, l'uso della mannaia che ti cade tra capo e collo e costringe un'attività a chiudere».
Tempo fa, racconta Oppus, Equitalia aveva chiesto ai Comuni una sorta di patto di collaborazione: dovevano scovare chi non era in regola con i pagamenti di qualsiasi genere e in cambio riconoscevano il trenta per cento della riscossione. Un incentivo, una sorta di premio di produzione. «Il progetto non è andato in porto, meno male. Tante imprese si trovano in crisi di liquidità perché non vengono pagate dallo Stato. I Comuni devono aiutarle, non perseguitarle». (a.ma.)