«Speriamo siano seri», dice Zedda, sul quale la questione stadio pesa certamente più che quella legata alla spiaggia, o agli spazi dove fare musica. Speriamo siano seri, lo sottoscriviamo anche noi, coinvolgendo un po' tutti sotto l'ombrello delle belle speranze: quelli che vogliono comprare, quelli che vorrebbero vendere, quelli che devono decidere.
I primi sono solo una persona, Massimo Cellino, anima sarda in salsa inglese, presidente (in percore) del Leeds e presidente (in uscita?) del Cagliari: vuole davvero passare la mano? Questi, che a suo dire sono interlocutori seri e intenzionati a “trattare bene” il club rossoblù, hanno in testa un'imponente operazione immobiliare o pensano anche a far fruttare un “prodotto” come il Cagliari? Poi ci sono tutti gli attori di una rappresentazione drammatica, quella legata allo stadio: il Comune, la Prefettura, la commissione di vigilanza e lo stesso Cagliari, tutti insieme - con un certo sforzo, è bene sottolinearlo - non sono ancora riusciti a cancellare dagli schermi televisivi di mezzo mondo l'immagine del Cagliari che scende in campo nel deserto. (e.p.)