La società statunitense è quella che intende rilevare da Massimo Cellino la proprietà del club
Enrico Pilia
Il ritorno degli americani. Interessati al Cagliari, avevano detto. Sicuramente, attratti dall'investimento sul Sant'Elia, l'occasione per aprire idealmente la loro brochure davanti al resto d'Italia: costruiscono stadi, l'operazione Cagliari - come abbiamo scritto un mese fa - per loro sarebbe una vetrina straordinaria. Lunedì mattina, gli emissari della società americana saranno ricevuti dal sindaco Massimo Zedda, che continua la serie di incontri per capire quanto è serio e “pesante” l'interesse per la riqualificazione dello stadio di Cagliari. «Incontriamo imprenditori privati ogni giorno», dice il sindaco, «persone che hanno voglia di investire per lo sviluppo della città». Sull'appuntamento di lunedì, Zedda sottolinea: «Speriamo sia il primo serio e che ci porti presto a uno stadio moderno, per il Cagliari e per i tifosi».
I DETTAGLI Il primo sbarco risale al 31 gennaio scorso. Sono due gli emissari della società americana interessata a capire quanto costi e cosa rappresenti il Cagliari. Sono due professionisti, commercialisti con studio a Milano. Sono inviati da un'importante società americana che, fra le altre mission , è specializzata nella realizzazione di impianti sportivi di ultima generazione. Incontrano Massimo Cellino e alcuni suoi collaboratori, dopo due ore di confronto il gruppo si trasferisce ad Assemini. La visita si conclude nel pomeriggio sotto il sole del centro sportivo intitolato al padre del presidente. Arrivederci a presto. I contatti, nelle settimane seguenti, li ha mantenuti solo il presidente del Cagliari, ma a Miami. Dove incontra, pochi giorni dopo il faccia a faccia con gli emissari italiani, uno dei manager della società - legata alla General Electric - con il quale l'intesa sembra buona: «È gente seria, sono persone che saprebbero cosa fare soprattutto sulla questione Sant'Elia», commenta Cellino, prima di chiudere il rubinetto delle dichiarazioni sulla cessione del suo Cagliari.
Mentre la trattativa (piena di misteri e di mezze verità) con i rappresentanti della Qatar Foundation sembra sfumare, Cellino decide di tuffarsi anima e corpo sull'affare Leeds. Ma l'accordo con gli americani non viene siglato, perché sarebbe legato anche (o soprattutto?) alla questione stadio. Il Cagliari piace a livello internazionale anche grazie all'operazione Leeds (a conferma di quanto Cellino sia abile negli affari), che porta davanti alla sua porta diversi acquirenti.
Gli aspiranti compratori costruiscono impianti sportivi di ultima generazione per il calcio, sul modello dello Juventus Stadium di Torino. Perché arrivano a Cagliari? La società americana prende la direzione italiana dopo un tentativo, non concluso bene, di acquistare il Valencia. Progetto naufragato a causa del pesante debito (200 milioni di euro) che il club spagnolo aveva accumulato. E che l'eventuale compratore avrebbe dovuto accollarsi entro il 15 gennaio.
LO STADIO Nel corso del primo incontro, alla fine di gennaio, Cellino avrebbe prospettato la possibilità di poter costruire uno stadio nei terreni iscritti a bilancio delle società rossoblù, quelli di Elmas. Il vecchio progetto, accarezzato anche nei pochi e misteriosi confronti di Ginevra con gli acquirenti arabi. Da lunedì, invece, si parlerà di Cagliari e Sant'Elia rigorosamente insieme. A stelle e strisce?