TRIBUNALE. Il giudice Francesco Sette: «Statistiche impressionanti»
Impedire all'imputato di partecipare al processo non è possibile, ma che la vittima incroci il suo sguardo mentre racconta ai giudici quanto male le ha fatto quell'uomo, questo sì. Potrà deporre in un'aula dedicata. Non solo. Quando il malfattore, che sia stalker, violentatore o aggressore, potrà di nuovo circolare liberamente, una comunicazione arriverà subito al domicilio di avvocato e persona offesa. Saranno informati per primi. Ancora: la prescrizione avrà scadenze più lunghe e il gratuito patrocinio verrà esteso ai reati di violenza all'interno delle mura domestiche. Sono tutte novità legislative che, si spera il più presto possibile, troveranno applicazione.
IL SEMINARIO Per prevenire e ridurre drasticamente il numero dei reati nei confronti di tutte le categorie più deboli, come donne, anziani e bambini, l'impegno di giudici, magistrati e avvocati è costante. Se ne è parlato a fondo anche ieri mattina in Tribunale durante il seminario “Il contrasto della violenza di genere: novità legislative e prassi applicative”, organizzato dal gruppo Magistratura democratica, dal comitato Pari opportunità degli avvocati di Cagliari in collaborazione con Giuristi democratici.
I NUMERI Nell'aula magna del palazzo di Giustizia, Francesco Sette, presidente del Tribunale, inizia dalle «statistiche impressionanti»: il 23 per cento delle donne dichiara di aver subito violenza sessuale, il 18 per cento violenza fisica, il 4 per cento uno stupro, il 18 per cento stalking, il 14 per cento violenza nelle relazioni intime. Numeri che spaventano ancor di più, se si considera che «quanto più stretta è la relazione intima tra le persone più il rischio di stupro è alto».
LA DENUNCIA «Non si denuncia per dipendenza economica, vergogna di testimoniare, per protezione nei confronti del partner, e in altri casi perché la vittima si sente in parte responsabile della violenza subita», spiega Sette. A partire dal delitto d'onore, tutte le norme sono state passate in rassegna anche dagli altri relatori: il giudice Giorgio Altieri, gli avvocati Ettore Atzori, Leonardo Filippi, Francesca Cortesi, Rosanna Mura e il sostituto procuratore Anna Cau. A trarre le conclusioni Leonardo Filippi: «Ben vengano le convenzioni internazionali ma un passo avanti si farà soltanto quando sarà favorita la maturazione del senso civico».
Veronica Nedrini