Il nuovo testo passerà nel Consiglio dei ministri, ma è ancora bufera per il blocco dei fondi
di Luca Rojch wSASSARI
Una giornata con gli occhi incollati allo schermo. Con la speranza di vedere il via libera al nuovo decreto per gli alluvionati dell’isola. Tutto inutile. Dal governo sono arrivate rassicurazioni su un testo ad hoc che sarà varato in tempi brevissimi. Ma per ora non si va al di là di rassicurazioni generiche. La scadenza. Oggi è l’ultimo giorno utile entro cui varare il decreto. Il premier Matteo Renzi non è entrato in modo preciso sul Salva Roma. Si è limitato a twittare all’alba. «A #PalazzoChigi lavorando sui dossier più urgenti del Governo». Ma su quando sarà varato il nuovo decreto con le norme a favore delle popolazioni alluvionate dell’isola non ci sono ancora tempi certi. Anche se in serata da Palazzo Chigi è filtrata la voce che il decreto verrà varato questa mattina nel consiglio dei Ministri. Il testo. Nel decreto ritirato dal governo era previsto lo stanziamento di 90 milioni di euro per prestiti agevolati garantiti dallo Stato, con una durata massima di due anni. Nel testo, varato per la prima volta a dicembre, c’era anche un rinvio dei pagamenti di tasse e tributi, che dava la possibilità di pagare le scadenze di dicembre entro il 17 febbraio. La leggina. Una speranza potrebbe arrivare anche dalla commissione Bilancio del Senato che elabora una legge ad hoc sui finanziamenti a favore degli alluvionati. «Il primo firmatario è Luigi Zanda – spiega Silvio Lai, Pd, che fa parte della commissione –. La legge contiene le norme già approvate dal Senato a dicembre su diversi argomenti e che non avevano trovato spazio nel nuovo Salva Roma. In questo momento non siamo in grado di prevedere quale forma avrà il nuovo intervento legislativo del governo finalizzato ad evitare il default della capitale. Se il governo dovesse emanare il nuovo Salva Roma senza comprendere le norme per la Sardegna, gli interventi sarannopresenti nel testo legislativo che la commissione discuterà da martedì». Le reazioni. Ma in molti hanno puntato il dito contro la scelta del governo di ritirare il decreto. «In quel decreto non c’era un euro per la Sardegna – spiega il deputato Mauro Pili –, ma solo soldi alle banche, prelevati dai fondi destinati nella prima ordinanza emergenziale. Il decreto è una truffa per i cittadini sardi colpiti dall'alluvione, che secondo il testo di legge potevano indebitarsi fino a 90 milioni. È gravissimo che certa classe politica prenda in giro i sardi. E parli di un decreto con 90 milioni per l’isola. È falso. Sono solo debiti potenziali che i sardi avrebbero potuto contrarre con le banche del regime nazionale. È ancora più grave che anche i soldi degli interessi, 3,2 mlioni di euro, siano stati prelevati dall’ordinanza del commissario». Anche il senatore di Sel, Luciano Uras va all’attacco. «Chiediamo che venga predisposto un decreto che riguardi solo la Sardegna – dice Uras –. Una parte del vecchio, quella che riguarda il pagamento delle imposte, è già superata e sarebbe utile sapere quali sono stati gli effetti». Interviene anche il segretario nazionale dell’Upc, Antonio Satta. «Dopo il ritiro del Salva Roma siano subito ripristinati i fondi per le zone alluvionate della Sardegna – intima Satta –. Confidiamo nel fatto che Renzi dia la massima priorità a questa emergenza. Abbiamo bisogno che gli interventi previsti nel decreto siano operativi subito. Ci sono famiglie e imprese che ancora fanno fatica a rialzarsi dopo i danni subiti dall'alluvione. Un governo efficiente agisce con celerità quando una parte del Paese è colpito da una calamità naturale». Accuse arrivano anche dal coordinatore regionale dei riformatori Michele Cossa. «Il primo atto concreto del governo Renzi non è rivoluzionario, ma allucinante. Il governo volta le spalle agli alluvionati. Uno schiaffo per la Sardegna».