Economia e Lavoro
Aree dismesse o non valorizzate da trasformare in abitazioni per il ceto medio-basso. A Cagliari sono numerose queste realtà, in molti casi la proprietà è dello stesso Comune. Col settore delle costruzioni in forte sofferenza, il presidente regionale dell’Ance, Maurizio de Pascale lancia suggerimenti alla politica: “Il Comune può bandire gare per costruire appartamenti di sessanta metri quadri a prezzo contenuto".
CAGLIARI - Fazzoletti di terra abbandonati, o sopra i quali poggiano ruderi abbandonati. Di proprietà privata, in alcuni casi, ma anche dell’amministrazione comunale. In altre parole, molti metri quadri lasciati a sè stessi, senza nessun progetto all’orizzonte. I numeri che fotografano la crisi del settore edilizio sardo sono già stati resi noti qualche giorno fa: meno 38,3% negli ultimi sei anni, oltre ventiquattromila nuovi disoccupati e crollo tra il 60 e l’80 per cento dell’erogazione dei mutui da parte delle banche.
Che fare? Una serie di suggerimenti e consigli, destinatari il mondo della politica regionale e comunale, arrivano da Maurizio de Pascale presidente regionale dell’Ance, l’associazione che conta nell’isola circa seicento iscritti, tutti costruttori edili. Il suo è un discorso ad ampio raggio: tra abitazioni a costi contenuti con possibilità di mutui convenienti, a tutti i cosiddetti “vuoti urbani” del centro storico cagliaritano, passando per zone un tempo periferiche e un flash, rapido, anche sulla vicenda di Su Stangioni.
“Bisogna cercare di venire incontro a molte famiglie che desiderano avere una casa. Il Comune può mettere a bando alcune aree, un esempio su tutti l’ex Mattatoio, vincolando i concessionari a realizzare in toto o in parte abitazioni per il ceto medio basso, quindi appartamenti tra i 50 e i 60 metri quadri, dal costo di centomila euro. Ma l’amministrazione comunale deve abbattere gli oneri concessori sennò l’impresa di turno si trova in difficoltà a proporre un prezzo di vendita basso”, spiega de Pascale.
Una ricetta, quella di De Pascale, che dovrebbe stare in piedi grazie “all’approvazione del fondo di garanzia che tutela gli istituti di credito”. Il riferimento è alla convenzione stipulata tra la Cassa Depositi e Prestiti e l’Abi (associazione delle banche), con l’attivazione di un plafond di 2 miliardi di euro, utili agli istituti di credito e alle famiglie, soprattutto le giovani coppie che vogliono acquistare un’abitazione con mutui erogati fino a 25 anni, o sette anni per la ristrutturazione di una casa con l’accreditamento dell’efficienza energetica dell’immobile.
Sui luoghi dove poter pensare di costruire abitazioni a costi contenuti, de Pascale pensa “all’ex Mattatoio, oggi abbandonato, oltre a tante altre aree, ma anche i capannoni industriali nella zona di viale Trieste, un tempo periferia. Il Comune può dare un cambio di destinazione d’uso”. Centro storico: il Piano particolareggiato tarda a vedere la luce. “Deve essere varato in tempi rapidi, è un documento urgente, certe situazioni, come per esempio il chiostro di San Francesco, sono intollerabili”. A precisa domanda, de Pascale dice la sua anche su Su Stangioni (progetto bocciato dall’attuale sindaco Massimo Zedda): “Occorre un approfondito studio idrogeologico, così l’amministrazione comunale potrà valutare i criteri più opportuni. E’ una delle zone più depresse del territorio. Prima di andare a occupare altro suolo preoccupiamoci di quello già occupato, come il vecchio Inceneritore e le aree dismesse in periferia. Di costruito c’è tanto, prima serve pensare a una trasformazione ottima, con validi progetti e architetti”.