COMUNE.
Rimbrotti e toni sopra le righe, lavoratori allibiti, sindacato sul piede di guerra
Una strana lettera di Papoff, responsabile del Verde pubblico
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Obiettivi per il 2014: ammalarsi (o prendere un permesso ai sensi della legge 104) nei giorni in cui non è previsto il rientro pomeridiano o, se proprio non ci si riesce, «avere le palle» di spostare «il rientro ad altra giornata». Ma anche «smetterla di guardare le cose dalla Panda». Inoltre, cari funzionari, meno «dubbi su legittimità degli atti». Prendere esempio, invece, dai due dipendenti ai quali sono stati riconosciuti incarichi di coordinamento: «Lavorano come piace a me».
REAZIONI Negli uffici del Comune, ma anche fra consiglieri, non si parla d'altro: le disposizioni in materia di obiettivi per il 2014 fatte protocollare otto giorni fa dal dirigente del Servizio parchi, verde e gestione faunistica, il dottore agronomo Claudio M. Papoff. Toni bruschi, lessico sopra le righe («Che palle!», scritto tutto maiuscolo e con sei punti esclamativi), allusioni sinistre («O vi svegliate o provvedo con modi alternativi»), rimbrotti a persone indicate per nome e cognome. «I colleghi sono allibiti», racconta Nicola Cabras, presidente della Rsu e responsabile della Cgil in Comune, ieri in riunione per affrontare il caso: «Oltre a trattare i dipendenti come li tratta, il dirigente li mette in seria difficoltà perché non fissa obiettivi chiari. Figuriamoci come saranno valutati».
GLI ALTRI SETTORI Le disposizioni riguardano tutti i settori dell'amministrazione comunale: ciascun dirigente stabilisce degli obiettivi da raggiungere entro l'anno. In base ad essi il lavoro dei dipendenti viene monitorato; se vengono raggiunti, vengono pagate le indennità di produzione. «Gli altri settori», spiega Cabras, «hanno elaborato obiettivi concreti e misurabili: miglioramento delle procedure, riduzione dei tempi per atti e pratiche, informatizzazione dei processi».
PERMESSI E MALATTIE Papoff va più per le spicce. Dopo un'esortazione a «invitare i colleghi che perdono tempo a lasciarvi lavorare», passa alla questione delle malattie e dei permessi 104. «O accetti che il collega è in malattia», dice Cabras, «e allora è indifferente che il permesso cada in uno dei due giorni in cui è previsto il rientro pomeridiano, o mandi il medico fiscale. Tanto più che in quel settore lavorano persone con malattie anche gravi».
ORE Poco gradito anche il passaggio in cui ricorda ai dipendenti di aver lavorato «più intensamente di tutti voi - scrive il dirigente - e per un numero di ore molto superiore al vostro». Cabras sorride: «Il dirigente prende anche uno stipendio diverso. Più in generale, non va la visione del lavoro che emerge dalla lettera: una concezione personalistica, dove il funzionario che solleva dubbi sulla legittimità o meno di una pratica viene percepito come un ostacolo anziché come una risorsa e va avanti chi fa come piace al dirigente».
Marco Noce