Cronaca
Oggi i rifugiati politici hanno lasciato la loro dimora improvvisata sotto i portici di via Roma, per spostarsi nel centro di accoglienza in viale fra Ignazio. Per loro ora l’attesa dello sblocco dei fondi europei per i richiedenti asilo.
CAGLIARI - Durante l’ultimo incontro in Questura i rifugiati erano già stati avvisati. Non sarebbero rimasti sotto i portici del Municipio ancora a lungo. Si dovevano svolgere le pulizie periodiche del pavimento e poi le loro condizioni erano davvero terribili. Alcuni si erano già trasferiti. Oggi come previsto gli ultimi hanno dovuto lasciare quella che per circa un mese è stata la loro casa. Ma non si è trattato di uno sgombero forzato: “Semplicemente hanno accettato di lasciare un posto in cui comunque non potevano più stare, viste la situazione di disagio – spiega il sindaco Massimo Zedda – Alcuni hanno avuto anche la broncopolmonite”.
Verso le dieci del mattino sono arrivati i mezzi della nettezza urbana che hanno ripulito l’area, mentre i migranti raccoglievano le loro cose sotto la supervisione di alcuni agenti della polizia municipale: non c'è stato alcun atto di violenza, e gli stessi poliziotti sono intervenuti in numero ridotto, non assetto antisommossa.
Successivamente i migranti si sono spostati nella piazza Matteotti, dove, con l’aiuto di alcuni attivisti e membri della comunità africana di Cagliari hanno discusso su dove andare. La maggior parte non vuole saperne di tornare in viale fra Ignazio: “Quello è un luogo sacro – dicono – non vogliamo dormire vicino ad una chiesa”. Ma hanno anche paura di stare vicino a altri migranti o ospiti della struttura, che potrebbero insultarli o minacciarli. Alla fine la maggior parte accetta, tranne un ristretto gruppo di irriducibili che si sposta altrove. Poi in tanti, su invito di una funzionaria dell’assessorato alle Politiche Sociali, si spostano verso gli uffici della Provincia, dove compileranno i moduli per gli agognati fondi Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). In pochi minuti la piazza e i portici tornano deserti.
E ora? “Riceveranno le agevolazioni che il Comune offre a tutte le persone senza tetto – spiega ancora il sindaco – purtroppo non c’è per il momento possibilità di offrire loro casa e lavoro. Qualcuno li ha illusi su questo. C’è da dire che comunque il fenomeno è in crescita e non può essere più affrontato con sistemi di emergenza”.
Giovanni Lorenzo Porrà