Barracciu: «Ho indicato io il governatore, scelta giusta» Zedda: «Serve buona politica per riavvicinare gli elettori»
Soru: «Si riparte, l’amministrazione Cappellacci è alle spalle» Salvatore Lai (Rossomori): «Lavorare tutti insieme per dare risposte ai nostri cittadini»
di Mauro Lissia wCAGLIARI Gioia composta nella sala stampa di Francesco Pigliaru, dove una folla di imbucati di varia provenienza cerca lo sguardo, almeno uno sguardo, del nuovo governatore. Si applaude, si accennano timidi cori e la festa va avanti fino a sera anche all’aperto, in via Bottego. Ma pesa quella metà degli elettori che ha disertato le urne e brucia, fra i colonnelli del Pd, il fatto che sia stato il professore a tirare la volata alle liste e non il contrario. Vittoria da analizzare, ma intanto le vittorie si celebrano e si alimentano coi buoni propositi. Uno c’è e viene sbandierato con apparente convinzione: via subito il Ppr del cemento varato due giorni prima delle elezioni da Ugo Cappellacci, tema centrale della campagna elettorale: «E’ la prima richiesta che il Pd presenterà a Francesco Pigliaru - promette Silvio Lai, il segretario regionale - perché siamo convinti che quella delibera firmata in fretta e furia non sia solo illegittima ma molto dannosa. Non è quello il modo in cui si possono migliorare le norme che difendono il paesaggio». Quasi sulla stessa linea Francesca Barracciu: «Il Ppr ha bisogno soltanto di manutenzione, utile a renderlo più semplice e a garantire un equilibrio giusto fra la tutela dell’ambiente e l’attività edilizia». Più determinato Massimo Zedda, sindaco di Cagliari e punta avanzata di Sel: «Il Ppr di Cappellacci? Sarò felice quando sarà annullato. Abbiamo un’altra idea di ambiente e paesaggio». Se le parole hanno un senso, i primi a vincere insieme a Pigliaru sono gli ambientalisti. Quella di ieri però è stata la giornata dei numeri, il momento in cui la politica diventa misurabile e le impressioni si trasformano in cifre: «Il dato sull’astensionismo colpisce e deve preoccupare tutti i democratici - ammette Salvatore Lai, leader dei Rossomori - e ora bisogna lavorare tutti insieme per recuperare il rapporto con gli elettori. La questione morale deve essere messa al centro, poi le risposte ai problemi dei cittadini che rischia di diventare un abisso». Per Massimo Zedda è indispensabile fare buona politica «che produca condizioni di vita migliori». Ma adesso, sembra essere la parola d’ordine, c’è Pigliaru portatore sano di un cambiamento. In un mese ha costruito il miracolo di una vittoria considerata quasi inarrivabile. E di quella vittoria Francesca Barracciu reclama una fetta: «Rimpianti nessuno, ho voluto fare quel passo indietro in base a una scelta mia, consapevole, ragionata e legata alla situazione che si era creata dentro il Pd. Al contrario sono felice perché il nome di Pigliaru al partito l’ho fatto io e il risultato mi ripaga di tutto quello che è stato». Radio Pd sussurra che in cambio del sacrificio elettorale, all’europarlamentare nuorese sia stata promessa una poltrona in giunta, forse alla sanità: «La sola cosa che chiedo - è la sua risposta - è che venga formato un esecutivo regionale all’altezza del compito che l’attende perché la situazione è drammatica. E che si tenga conto del necessario equilibrio di genere, calpestato negli ultimi cinque anni». Sul punto Silvio Lai svicola con eleganza: «Barracciu assessore? Posso dire che il Pd metterà a disposizione del nuovo presidente le migliori risorse a disposizione e che fra queste c’è sicuramente Francesca Barracciu». Amico, poi meno amico, infine di nuovo amico di Pigliaru, Renato Soru ha trascorso gran parte della giornata nella sala stampa del neogovernatore. Silenzioso, a tratti spaesato, sembra comunque mantenere all’interno del Pd un ruolo di primo piano che la scalata di Renzi e il successo elettorale di un renziano come il suo ex assessore al bilancio potrebbero rafforzare: «La Sardegna si mette Cappellacci alle spalle e riparte da un progetto serio di cambiamento» sono le parole che regala ai cronisti. E gli indagati? «Quella del centrosinistra è stata una vittoria netta e anche una vittoria di coalizione - è la valutazione di Silvio Lai - non credo che la presenza di indagati in lista abbia pesato sull’esito del voto. La scelta della Barracciu di rinunciare alla candidatura è stata legata solo al timore che nell’opinione pubblica fosse calata la possibilità di vincere». A sorpresa, un pensiero di Lai è per il M5s: «Peccato che non ci sia, sta facendo buone cose in parlamento e sarebbe stato utile anche in Sardegna».