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ROMA Berlusconi non commenta la sconfitta di Cappellacci: silenzio perfetto. Parlano invece gli alfaniani. E non sono parole dolci. «Dispiace molto per Cappellacci che è stato comunque un buon presidente della Regione - dice Fabrizio Cicchitto - però malgrado in passato sia stato un mago in campagna elettorale, Berlusconi stavolta non lo ha aiutato perché nell'Isola ha esaltato Renzi e attaccato Alfano». L'ex fedelissimo del Cav detta la linea degli alfaniani che leggono il risultato sardo come un atto d'accusa verso Berlusconi e i falchi di Forza Italia.
Durissimo il commento dell'Occidentale, il giornale online del Nuovo Centrodestra. «Veleno gettato a piene mani dal palco, offese ad Angelino Alfano , rabbia e livore nei confronti del Ncd. Con questi ingredienti Silvio Berlusconi ha condito la sua ultima performance elettorale in Sardegna, e oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti. L'elettorato moderato scappa, a riprova che con le ingiurie non si va lontano». Ad alzo zero anche Maurizio Sacconi ed Enzo Costa , presidenti dei gruppi parlamentari del Nuovo Centrodestra: «Forza Italia in Sardegna si è fermata sotto il 20%; un po' lontanuccia dal 51% tanto agognato e mai raggiunto, e lontanissima dal 38% del Pdl. In Sardegna non c'eravamo e Cappellacci ha perso per cinque punti percentuali. La presunzione e l'arroganza portano questi frutti».
In soccorso del governatore sconfitto arriva Mariastella Gelmini : «Ugo Cappellacci merita l'onore delle armi e al vincitore Francesco Pigliaru vanno gli auguri di buon lavoro. La sconfitta, come si sa, è orfana a differenza della vittoria che ha sempre molti padri. Il voto sardo va analizzato in profondità, a cominciare dal positivo risultato della lista di Forza Italia che ha visto sostanzialmente confermati i suoi consensi rispetto alle precedenti elezioni. Il nostro candidato - prosegue il vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera - ha preso meno voti della somma delle liste, a differenza di Pigliaru che ha ottenuto molti più voti rispetto alla somma delle liste. Questo è un primo dato che circoscrive il significato del voto alla realtà locale. Perché se dalle consultazioni regionali si vuole trarre un significato più ampio, si deve ricavare allora che Forza Italia è un partito in piena salute nel Paese. Ora bisognerà riflettere sul voto, con calma, e analizzarne senza riserve le ragioni. Questa sconfitta si può tramutare in un nuovo slancio per il partito».
Dello stesso avviso la responsabile comunicazione di Forza Italia, Deborah Bergamini : «L'esito delle elezioni regionali in Sardegna ci consegna una serie di spunti di riflessione. Innanzitutto, il buon risultato di Forza Italia nonostante l'astensionismo allarmante - tradizionalmente penalizzante per i candidati di centrodestra - e la divisione del popolo moderato dovuta alla presenza di diversi candidati appartenenti all'area del centrodestra. In secondo luogo, la riprova della tendenza dei cittadini sardi a non confermare il presidente uscente».
«Dal voto della Sardegna - è il commento del senatore azzurro Francesco Giro - giunge un segnale chiaro: il centrodestra quando si divide perde malamente ma nonostante tutto conserva il primato delle liste che insieme superano quelle del centrosinistra in termini di voti. Fra queste l'eccellente risultato dell'Udc terzo partito nell'Isola». Casini ieri pomeriggio ha chiamato Giorgio Oppi per congratularsi: «Il voto dei sardi conferma che l'Udc resta un partito composto da validi amministratori, fortemente radicato sul territorio e in grado di ottenere la fiducia degli elettori». Meno soddisfatto Francesco Storace : «In Sardegna si afferma il centrosinistra. Astensionismo a un passo dal 50 per cento. Noi non c'eravamo, Alfano non c'era, e nemmeno i grillini. Ma per i partiti del centrodestra cambia pochissimo rispetto alle politiche. Si sente la mancanza di Alleanza nazionale».