Chiunque vinca queste elezioni non avrà la maggioranza di chi poteva votare. Perchè nessun candidato ha saputo parlare davvero alla gente
Autore: Jacopo Norfo il 17/02/2014 00:50
Un sardo sue due non ha votato, perché la gente è stufa non della politica, ma di questa politica. Si tratta di un risultato clamoroso, perché delegittima virtualmente chiunque vincerà oggi le elezioni regionali. Ma soprattutto è un segnale fortissimo lanciato ai “vecchi”, a coloro che non hanno ancora aggiornato la loro mentalità. A chi imposta sulla politica non più gli ideali, ma soltanto il termometro dei suoi affari. Fateci caso: nel giorno in cui tutta l’area vasta è rimasta senza acqua potabile, tutti i giornali cartacei e online (tranne il nostro) hanno aperto con la politica, con le ultime di Cappellacci e Pigliaru. Nel frattempo i supermercati venivano presi d’assalto per cercare una bottiglia di acqua minerale, e nessuno si è fermato a pensare che se siamo rimasti senza acqua buona, la colpa era anche e soprattutto di quella politica che oggi è finita. Vadano in pensione i blogger e gli editorialisti che per settimane ci hanno tartassato di analisi su elezioni alle quali a metà dei sardi non importava niente: scrivevano per trainare qualche loro amico. Si nascondano i candidati che ci hanno inondato per due mesi le bacheche di Facebook con annunci già scaduti in partenza: erano le solite, vecchie facce. Chi non è andato a votare merita lo stesso rispetto di chi lo ha fatto, per un motivo molto semplice. Chiedetevi ad esempio come mai non ci fossero grandi novità nelle liste di Pd e Forza Italia, anche nella stagione in cui il 90 per cento dei consiglieri uscenti è finito sotto inchiesta. Tanti hanno avuto paura, o poco coraggio nella scelta di non presentarsi a queste elezioni. Pochi quelli che sono scesi in campo non per brama o per dovere,ma per provare a cambiare davvero le cose. Molti quelli che lo hanno fatto per inseguire uno stipendio invidiabile, e un posto al sole. Basta, però, con le bugie.
Tra poche ore anche questo articolo sarà scaduto, tutti ci concentreremo su chi ha vinto e chi ha perso. E perderemo di vista il dato storico: un sardo su due volta le spalle alla politica, forse perché di candidati veramente nuovi se ne sono visti pochi. Sarà interessante vedere il dato di Michela Murgia: se dovesse superare il 20 per cento con questo astensionismo, significherà che i sardi hanno davvero voltato le spalle a centrosinistra e centrodestra. E il dato di Cagliari, dove ha votato appena il 51 per cento degli aventi diritto, è ugualmente emblematico. A parlare di politica è rimasto ormai quasi soltanto chi lo fa per professione. Al contrario di giornali che si sono schierati apertamente e vi hanno propinato due mesi di insulsa salsa elettorale,noi abbiamo scelto di restare imparziali e di continuare invece ad aprire il giornale con i problemi della gente, con la cronaca, con le emergenze della disoccupazione e anche, qualche volta, con le buone notizie. Ci resta però un dubbio: voi avete capito quali erano i programmi di chi si è candidato a governare la nostra isola? Su lavoro, urbanistica, sviluppo, turismo, avete trovato le differenze? Nessuno ha saputo spiegare ai sardi perché chiedeva il voto: aveva troppa fretta di vincere, andare al potere. Ecco perché uno su due è rimasto a casa e il suo silenzio fa più rumore degli slogan scaduti. La politica non sa più parlare alla gente, di conseguenza la gente perde l'abitudine anche solo ad ascoltare.