Alle 22 ha votato il 52,23%, in netto calo rispetto al 2009, quando i sardi avevano avuto otto ore in più per esprimersi ed il dato finale fu del 67,57%. Il partito dell'astensione sembra, quindi, segnare la consultazione
Autore: redazione cagliaripad,
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Ancora poche ore e la Sardegna saprà quale sarà per i prossimi cinque anni il suo governatore. Solo ieri al voto mentre nelle precedenti Regionali del 2009 a disposizione dei sardi erano stati due i giorni. Domani alle 7 inizia lo spoglio nelle 1.836 sezioni sparse nelle otto Circoscrizioni. Alle 22, quando si sono chiusi i seggi, ha votato il 52,23%, in netto calo rispetto al 2009, quando i sardi avevano avuto otto ore in più per esprimersi ed il dato finale fu del 67,57%. Il partito dell'astensione sembra, quindi, segnare la consultazione.
Sono stati chiamati alla consultazione 1.480.366 sardi (725.305 uomini e 755.061 donne) per scegliere fra i sei candidati presidenti e rinnovare il Consiglio. 60 i posti nell'Assemblea regionale per effetto della riforma dello Statuto autonomistico che li ha ridotti da 80. Non è una consultazione nazionale ma è certamente un test per i leader dei partiti: per far vincere la propria coalizione si son spesi in prima persona, fra gli altri, anche Matteo Renzi e Silvio Berlusconi.
La giornata quasi primaverile ha favorito coloro che, specialmente nel centro dell'isola (dal Nuorese all'Ogliastra), erano stati penalizzati nella scorsa tornata elettorale. Nel 2009 si votò nello stesso periodo (15 e 16 febbraio) ma con ben altro tempo: neve e ghiaccio sui monti e nei paesi. Oggi invece sono proprio queste zone ad aver registrato fra le affluenza più alte. Non univoche sono state sinora le risposte degli abitanti nelle varie aree dell'isola, non vi è la corsa al voto delle zone alluvionate della Gallura e dell'Oristanese, mentre nei territori a maggior incidenza di disoccupazione e segnati da laceranti crisi industriali (dal Sulcis, con la percentuale di voto sotto la media regionale, all'area nel nord ovest Sardegna) son venuti segnali contrastanti dell'affluenza alle urne.
L'unica donna candidata governatrice, la scrittrice Michela Murgia (Sardegna Possibile) ha battuto tutti sul tempo ed ha votato a Cabras (Oristano) alle 10:25. Subito dopo, alle 10:45, ma a Cagliari il candidato del Centrosinistra Francesco Pigliaru, mezz'ora dopo sempre nel capoluogo Ugo Cappellacci del Centrodestra, governatore uscente. Mentre alla Caletta di Siniscola (Nuoro) Pier Franco Devias (Fronte Indipendentista Unidu) poco prima di mezzogiorno, e Gigi Sanna (Movimento Zona Franca) prima delle 13 ad Oristano, infine Mauro Pili (Popolo Sardo) nella tarda serata.
Complessivamente sono circa 1.500 i candidati consiglieri che si divideranno i posti in Aula che saranno così ripartiti: 20 sono i seggi spettanti alla Circoscrizione provinciale di Cagliari (19 interi più un resto), 12 a Sassari (11 più un resto), sei (cinque più uno) sia a Nuoro sia a Oristano, quattro nel Medio Campidano (tre più uno), quattro senza resti per Carbonia Iglesias, due per l'Ogliastra e cinque senza resti a Olbia Tempio, complessivamente 59 più il presidente. Per ottenere i seggi le coalizioni devono superare lo sbarramento del 10% dei voti totali ottenuti dai gruppi di liste, mentre le liste che si presentano da sole dovranno ottenere almeno il 5%.
Il premio di maggioranza scatta anche per un solo voto in più a uno degli aspiranti governatori che ha ottenuto almeno il 25%. In questo caso, però, si avrà una maggioranza risicata perché verrà assegnato il 55% dei seggi, corrispondenti a 33 consiglieri su 60. Nel caso in cui il vincitore riuscisse a superare il 40% dei consensi, il premio di maggioranza sarebbe del 60%, cioè 36 consiglieri su 60.