Il risultato potrebbe favorire la nomina di un ministro sardo. Tra i papabili Parisi e Soru. Zedda possibile sottosegretario
di Alfredo Franchini wCAGLIARI
Il peso della Sardegna nel primo governo Renzi dipenderà in buona parte dal voto che scaturirà dalle elezioni di domenica. Per questo c’è molta prudenza nell’ipotizzare la lista dei possibili ministri e sottosegretari, (anche se ci sono alcuni punti fermi). Sicuramente lo scenario politico sardo ha dei paletti chiari: la possibile maggioranza di Renzi al Senato prevede l’apporto del Nuovo centrodestra (che nell’isola è praticamente assente), Scelta civica, Per l’Italia e Autonomie. Significa che l’uomo che ha in mano la lista dei ministri, cioè Graziano Del Rio, attuale ministro per gli Affari regionali, presidente dell’Anci e soprattutto uno dei pochi in cui Renzi ha posto la fiducia, potrebbe attingere soprattutto dalle liste del Centrosinistra. In che misura e con quale peso rispetto alla coalizione dipenderà dal voto di domenica fermo restando l’incrocio con le competenze: se Pigliaru dovesse vincere le elezioni la Regione si rafforzerebbe nel futuro governo di Matteo Renzi, uomo che non ha mai militato nella Dc e che non scaturisce nemmeno dall’apparato storico del partito Pci-Pds-Ds. Tra i parlamentari sardi pochi vogliono fare previsioni; alcuni come il senatore Francesco Sanna, collaboratore e amico di Enrico Letta, lo troviamo mentre è impegnato a impacchettare i pochi effetti personali che aveva nel suo ufficio romano. Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Giampaolo Diana, non boccia il governo Letta a cui muove un’unica accusa: «Si è mosso nell’eccessiva ordinarietà», dice, e ora la speranza è che si possa rilanciare la vertenza Sardegna: «Il confronto sulle entrate prima di tutto visto che lo Stato ci deve versare 1,7 miliardi l’anno». Il cambio di guida al governo può costituire una spinta inaspettata alle elezioni di domenica per Francesco Pigliaru che, pur non avendo la tessera del Pd, si era schierato a favore di Renzi sin dal prima ora. «Ho visto lo strepitoso entusiasmo nel popolo del Pd sardo quando Renzi è venuto da noi», ha detto Pigliaru, «e certo non ci può danneggiare quanto sta accadendo in questo ore». I nomi dei papabili sono tanti ma anche su questo punto c’è la massima incertezza perché Renzi vuole un governo di discontinuità che significa non applicare più il criterio della ripartizione territoriale. I ministri dovranno avere competenze specifiche e allo stesso tempo garantire la massima disponibilità. Tra i sardi in pole position c’è sicuramente Arturo Parisi, renziano della prima ora, fondatore dell’Ulivo con Romano Prodi. Potrebbe essere il ministro della Difesa e tornare a occuparsi del passaggio delle basi militari al patrimonio della Regione. Un altro ministro possibile potrebbe essere Renato Soru, l’ex presidente della Regione che è considerato da Renzi un punto di riferimento in Sardegna; ma è da verificare la disponibilità dello stesso patron di Tiscali che potrebbe scegliere di candidarsi alle prossime europee. Infine, per un posto da sottosegretario è in lizza Massimo Zedda, sindaco di Cagliari, amico di Renzi e di Del Rio che nel futuro governo dovrebbe essere sottosegretario della Presidenza o ministro dell’Interno.