Le rassicurazioni della Asl: berla non causa danni - Problemi solamente se utilizzata per lunghi periodi e in grandi quantità
«L'acqua della rete idrica, anche se bevuta, non causa alcun problema alla salute». La rassicurazione arriva da Giorgio Steri, direttore del Servizio igiene e alimenti e della nutrizione della Asl, per frenare il panico che si è scatenato dopo che l'acqua del rubinetto del capoluogo e dei centri dell'area vasta è stata dichiarata non potabile. «Non sono assolutamente da imputare all'uso dell'acqua della rete eventuali malesseri». In sostanza, le percentuali di biossido di cloro, utilizzato per la disinfezione e la potabilizzazione dell'acqua, che giovedì - a causa di lavori nell'impianto di Mulargia gestito dall'Enas - era stata dichiarata fuori norma, sono risultati leggermente superiori rispetto a quanto stabilito dalle norme.
NESSUN PERICOLO Cosa succede a chi beve l'acqua della rete? «Assolutamente niente», precisa Steri. «Eventuali effetti collaterali causati dai cloriti possono causare danni - non ancora dimostrati scientificamente - solo a lungo termine e in alte concentrazioni. È chiaro che, visto il ruolo che ricopriamo, dobbiamo fare riferimento al principio della precauzione: non possiamo esporre la popolazione ad alcun rischio. Però, niente panico». L'acqua della rete per cosa si può utilizzare? «Non è idonea al consumo umano diretto, per questo consigliamo di non berla. Non ci sono particolari restrizioni se non quando la si usa come ingrediente principale nel caso di minestre, brodo, tè o caffè», precisa il responsabile del Servizio igiene e alimenti e della nutrizione della Asl. «Si può utilizzare per la cottura della pasta, il lavaggio di frutta e verdura e per tutti gli usi domestici (compresa la lavastoviglie) e di igiene personale (per lavarsi i denti e la doccia)».
PUNTI DI DISTRIBUZIONE Nell'attesa che si risolvano i problemi, Abbanoa mette a disposizione gli impianti di Cagliari-San Michele (traversa di via Is Cornalias); Sestu (in località Cuccuru Pinna, raggiungibile dall'ex statale 131 svoltando nella traversa a destra immediatamente prima dell'ingresso della rotatoria tra le vie Cagliari e Vittorio Veneto) Simbirizzi (raggiungibile dal comune di Settimo San Pietro, seguendo la cartellonistica, accesso da via Corsica). Qualsiasi utente può andare nelle tre stazioni e ottenere una fornitura di massimo 50 litri, tale da consentire il consumo alimentare a ciascun nucleo familiare.
LA POLEMICA In piena emergenza idrica si scatenano le polemiche. I disagi e i danni economici a chi vive o lavora nei Comuni inseriti nella lista nera di Abbanoa (il capoluogo, Quartu, Selargius, Monserrato, Quartucciu, Elmas e Maracalagonis), potevano essere evitati? «All'origine del problema c'è un intervento di manutenzione in corso da parte dell'Enas, l'Ente che gestisce il sistema idrico multisettoriale, che ha dovuto interrompere la fornitura di acqua grezza dal lago Mulargia per i potabilizzatori di Abbanoa», fa sapere il gestore unico del servizio idrico in Sardegna. «In alternativa l'acqua grezza è fornita dal lago Cixerri ma, essendo di qualità notevolmente più scadente, è stato necessario modificare il sistema di trattamento per abbattere la carica batterica. Il 27 febbraio è prevista la conclusione dei lavori, ma la normalità potrebbe tornare già nei prossimi giorni». Davide Galantuomo, commissario dell'Enas, non vuole essere il parafulmine del disservizio. «I nostri laboratori di via Del Fangario hanno certificato che l'acqua grezza che forniamo rispetta i parametri. È Abbanoa che deve calibrare la potabilizzazione». Galantuomo lancia un'accusa precisa. «Nel 2005, quando l'Enas lo ha ceduto ad Abbanoa, l'impianto ai carboni attivi era perfetto, un gioiellino. Perché ora non più, stanno facendo le regolazioni giuste?», si chiede polemico il commissario. «La non potabilità è causata dalla torbidità dell'acqua grezza fornita in ingresso agli impianti di potabilizzazione, che ha raggiunto parametri di 25-30 Ntu (Normal torbidity unit) rispetto ai 3-4 ordinari», replica Abbanoa.
IL SINDACO Polemico anche il sindaco Massimo Zedda. Oggi gestiamo l'emergenza, domani ragioneremo sulle responsabilità. Non è possibile che lavori programmati da tempo abbiano potuto causare disagi a 350 mila persone. Zedda incalza: «Non siamo stati avvertiti per tempo, c'è stato un problema di comunicazione soprattutto con la Asl».
Andrea Artizzu