Giancarlo Deidda: dalle mie parti la politica non passa - Il ristoratore, presidente di Ascom e Camera di commercio, replica alle accuse
In principio fu un osannato cavaliere bianco che assediò il castello della Confcommercio. Giancarlo Deidda diceva di sé: «Sono solo un oste», un mantra che gli portò fortuna. Vinse elezioni di categoria guerreggiate quanto le Politiche, spazzò via il ricordo di Raffaele Garzia e la nomenclatura che dettava legge dentro e fuori dal commercio. Oggi rappresenta cinquemila associati, presiede Camera di Commercio e Ascom, incarichi che gli portano nelle tasche «venticinquemila euro netti all'anno», soprattutto tiene sotto la sua mano alcuni settori chiave dell'economia cagliaritana, compresa la società che gestisce l'aeroporto. Gli amici giurano che è un martire del lavoro, ristoratore affermato che trascura la bottega per tener fede a chi l'ha eletto. I detrattori lo giudicano la personificazione del potere arrogante, per soprammercato lo accostano al suo predecessore. Lui non fa una piega: «Spero di avere la sua intelligenza e la capacità di sintesi».
Dopo anni di scontri sono migliorati i rapporti con Gianni Onorato, gestore del porto di Marina piccola?
«Proprio non ci sono».
Nel ristorante di Onorato in viale Regina Margherita c'è un quadro con un uomo che sbircia dalla finestra: è lei.
«Questa crisi non durerà meno di sette-otto anni, dobbiamo fare tanto per gli altri: perché sprecare il tempo in fesserie?»
La ristorazione cinese vi fa una grande concorrenza.
«Sono cinesi dentro le cucine, giapponesi nelle insegne. Adesso va di moda il crudo e molti si sono riconvertiti».
Come si fa a praticare quei prezzi?
«Con il costo del lavoro basso o nullo, per esempio. Credo che un cliente debba scegliere attentamente il menu quando va in ristorante. Se un indumento è rovinato si può evitare di indossarlo, un alimento che non va bene provoca danni a chi lo mangia e alla collettività, perché ha costi sociali come le cure mediche».
Poetto spiaggia dell'Expo ricorda lo slogan Cagliari capitale del Mediterraneo: parole al vento.
«Ero a Milano, l'hanno presentato alla Borsa internazionale del turismo. Offrire una spiaggia che va da Villasimius a Pula per loro è indispensabile, per noi un'occasione da sfruttare. A una condizione: è fondamentale un'offerta di qualità. E l'avremo».
Dicono di lei: onesto e antipatico.
«Sono un testardo, qualche volta bisogna saper dire no. Ma prima nessun sardo è diventato vice presidente nazionale di Confcommercio e presidente del comitato che garantisce il marchio di qualità dei ristoranti italiani nel mondo. Qualcosa vorrà dire».
Il progetto di rilancio dell'ex ospedale Marino è rimasto bloccato sei anni mentre si parla di aprire un'azienda in 24 ore.
«L'ultima indagine che abbiamo fatto con un campione di mille imprese - consegnata ai candidati presidente alle Regionali - sottolinea che, dopo il credito, il problema più grave è la burocrazia».
Come si fa il turismo in una città senza alberghi?
«C'è un nuovo modo: affittacamere e bed & breakfast hanno più posti letto degli alberghi. E tra poco ci sarà l'hotel Mediterraneo nuovo di zecca».
Negli alberghi cittadini investono i russi mentre i cagliaritani si confermano bottegai più che imprenditori.
«Ho fiducia nelle nuove generazioni. In questi ragazzi che sono andati a studiare fuori, viaggiano spesso, faranno la differenza. Sono capaci, preparati e determinati per cambiare volto alla città. Sotto l'ombrellone con l'ipad in mano devi poter sapere tutto ciò che si offre attorno a te, magari con un'applicazione progettata proprio per questo. Un nostro gruppo di imprenditori la sta facendo, spero di poterla presentare per Sant'Efisio. Dico di più: non è possibile che il 50 per cento dei posti letto sardi sia commercializzato da non sardi. Dobbiamo creare una specie di booking.com dell'Isola, è un passaggio indifferibile. Va garantita la qualità, torniamo sempre lì».
Vi state mettendo d'impegno per far chiudere i baretti del Poetto?
«Il contrario. La Confcommercio ha fatto un Consorzio che mette assieme baretti e commercianti che stanno dall'altra parte della strada. Da soli non si può navigare in un mare pericoloso».
L'Agenzia delle entrate mette i ristoratori in cima agli evasori fiscali.
«Credo che certi studi di settore vadano rivisti: poco meno di una settimana fa alla conferenza stampa della Guardia di Finanza è venuto fuori che a Cagliari siamo molto più ligi alle regole del resto d'Italia».
Quanto conta la politica nella Camera di commercio?
«In questi mandati non ho visto traccia».
Si dice che Mareddu, presidente della Sogaer, non decida una virgola senza il suo consenso.
«Grazie al cielo abbiamo un presidente capace di chiudere contratti fondamentali. È una garanzia».
Perché l'Aviazione civile ha scelto il suo ristorante per il catering dei voli privati?
« Dal Corsaro fa home service da una vita apprezzato da tutti. Sono le compagnie che decidono gli standard. Un tempo andavano a Nizza, ora preferiscono rifornirsi a Cagliari».
C'è chi maligna sul bar gestito dalla sua famiglia nell'aerostazione?
«È vero, portiamo avanti l'attività. E non ci trovo nulla di strano».
ppaolini@unionesarda.it