Protesta e tensioni: via Roma bloccata per ore - Manifestazione non autorizzata, mobilitati carabinieri e polizia
Un appartamento e un lavoro; oppure un appartamento e 2.000 euro al mese. Chiedono questo i 24 eritrei, etiopi e somali che ieri, per cinque ore e mezzo, hanno occupato uno degli incroci più trafficati della città, quello fra via Roma, largo Carlo Felice e piazza Matteotti.
Non parlano una parola di italiano e sembrano avere un'idea molto imprecisa dei loro diritti e del funzionamento delle istituzioni europee, italiane, locali. A differenza di decine di altri migranti, nelle settimane scorse avevano rifiutato l'ospitalità in uno stabile che le associazioni Presidio di viale Trento, Comitato 16 novembre, Consumatori Sardegna e Confederazione sindacale sarda avevano preso in affitto quotandosi di tasca; ieri hanno detto no all'offerta della Prefettura, che avrebbe permesso loro di dormire e lavarsi alla Caritas, dove da un mese ritirano pasti caldi.
IN FUGA Molti sono scappati da zone di guerra, tutti sono arrivati in città dopo aver attraversato il deserto libico e il mare fino a Lampedusa. Da lì al Cpa di Elmas. Ottenuto lo status di rifugiati, si sono convinti (o qualcuno li ha convinti) di avere diritto a casa e soldi: per questo da un mese dormono sotto i portici davanti al Municipio, e ieri hanno dato vita a una manifestazione non autorizzata. Uno, ammalato, è stato portato via da un'ambulanza. Mobilitati carabinieri e polizia, con due reparti mobili (un agente, durante un parapiglia, si è infortunato a un ginocchio), e parecchi funzionari della questura. Prima il prefetto Alessio Giuffrida, poi il vicequestore Ferdinando Rossi e infine il questore Luigi Dispenza hanno tentato di trovare una soluzione.
ORDINE PUBBLICO Il blitz è scattato alle 11, ora in cui il Presidio di viale Trento aveva convocato una conferenza stampa sul caso migranti: l'associazione, spiazzata, si è dissociata dalla protesta. Le forze dell'ordine hanno gestito la situazione, facendo in modo che il transito venisse garantito almeno ai mezzi pubblici ed evitando il conflitto, anche quando (alle 14,15) i manifestanti hanno tentato di dirigersi verso il porto. Alle 16,30 lo scioglimento del presidio dopo la promessa del questore di un incontro per lunedì.
REAZIONI Da parte di passanti e automobilisti, poca simpatia: uno si è messo a urlare che si deve pensare «prima ai sardi», quattro pensionati hanno discusso a lungo sul modo più truce di rimpatriarli, diversi automobilisti hanno gridato frasi tipo «tornate nel vostro paese». E chissà che la “guerra tra poveri” non sia il vero obiettivo di chi, nell'ombra, lavora per convincere questi disperati di godere di diritti che non hanno.
Marco Noce