Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il rilancio del colosso ferito

Fonte: L'Unione Sarda
17 febbraio 2014

Comune e Authority parlano del futuro del Padiglione Nervi - Da “Magazzino del sale” di Molentargius a rudere in abbandono

 


È ancora maestoso e austero ma tanto invecchiato e cadente che tre anni fa si è pensato (con una spesa preventivata di un milione e 325 mila euro) di intervenire per evitare il peggio: cedimenti della volta, crepe alle pareti e crollo delle braccia che un tempo accoglievano e trasportavano il sale di Molentargius. Dopo il “Consolidamento statico e recupero funzionale” - il cartello che annuncia i lavori commissionati dall'Autorità portuale alla Soprintendenza è in vista sulla destra della stradina che costeggiata la pista ciclabile - un concorso di idee avrebbe dovuto indicare l'uso futuro del Padiglione Nervi, il vecchio Magazzino del sale progettato negli anni Cinquanta dall'ingegnere Pierluigi Nervi per lo stoccaggio del sale prima dell'imbarco sulle navi.
LE IDEE Che cosa diventerà l'enorme costruzione dalle volte paraboliche nello sbocco a mare del canale della Palafitta ancora non è chiaro, forse perché le idee sono diverse e ancora da mettere in campo: un museo, un luogo dove organizzare rassegne, o forse un acquario? Il sindaco Massimo Zedda ha assicurato che il capannone sarà presto ristrutturato e che potrebbe diventare un centro da tremila posti per gli spettacoli invernali al coperto. I tempi del recupero e come poi utilizzare lo stabile non sono stati chiariti: ne discuteranno Comune e Autorità portuale, proprietaria della costruzione.
LUISA ANNA MARRAS Luisa Anna Marras, assessore ai Lavori pubblici, sta per avviare con Vincenzo De Marco, comandante della Capitaneria e nuovo commissario dell'Autorità portuale, una «discussione su cosa fare del Padiglione Nervi». Marras crede nel valore simbolico e culturale dell'ex Magazzino del sale, tassello affascinante dell'archeologia industriale cittadina: «Un edificio bello e originale, da noi incluso tra i progetti prioritari da realizzare quest'anno».
LE FERITE Sarebbe un peccato che il Padiglione rimanesse così com'è: un mostro senza vita in balia dell'incuria e del tempo che infliggono continue ferite. Chiunque giunga nelle sue vicinanze rimane colpito dalla sua imponenza. Eppure l'anno scorso la sua rinascita sembrava vicina. Dal “Piano città” del Governo sono stati messi a disposizione undici milioni per la sistemazione del Padiglione e rendere i canali navigabili. La “Cabina di regia” composta da Governo, Regioni, Anci, Agenzia del Demanio e Cassa depositi e prestiti aveva selezionato tra tanti progetti proprio la riqualificazione del Padiglione Nervi: undici milioni da spendere subito, parte impiegati per la messa in sicurezza, che è in corso. Era (è) previsto anche un ponte in legno, con una pista ciclabile, che collegherà il quartiere Sant'Elia con il molo.
IL COLOSSO Oggi il capannone è protetto da un cancello del demanio e da reti di recinzione. L'area interna è coperta da erbacce e il Padiglione mostra tutti i suoi acciacchi, visibili anche dal parcheggio dello stadio Sant'Elia. Il tetto presenta dei varchi, diverse nervature paraboliche in cemento - sono ventuno - hanno ceduto. Le misure dell'ex capannone aiutano a capire le dimensioni del colosso, simile a un immenso cetaceo morente: 16 metri d'altezza interna (poteva contenere il 6 per cento della salina prodotta in un anno), 28 metri di larghezza, 50 metri di lunghezza. Il grande silos ha ancora il nastro trasportatore per lo stoccaggio del sale. Alla destra, in condizioni precarie, si trovano ancora le tramogge e la gru per il sollevamento del materiale. Sulla sinistra e di fronte il gruppo mobile con i nastri trasportatori e gli elevatori per il trasferimento del sale sulle navi. Passaggi ripetuti chissà quante volte in passato: ritmi e rituali ormai dimenticati. Quando ci furono i primi cedimenti il colosso fu chiuso e, senza apparenti rimpianti, consegnato all'abbandono.
Pietro Picciau