Capitale europea della cultura: Zedda ci crede - Il progetto del Comune prevede tecnologia, mobilità, accoglienza
Essere in pole position non sempre vuol dire arrivare primi al traguardo. Ma è senza subbio un bell'inizio. E per la scelta della Capitale della cultura europea 2019, il sindaco Massimo Zedda è sicuro che Cagliari ha grandi possibilità (lo stesso primo cittadino ha dichiarato che dovrebbe essere un testa a testa con Matera). Ieri alla Mem è cominciata la seconda fase, che porterà verso la scelta definitiva nell'ultimo trimestre di quest'anno.
IL PROGETTO Il Comune ha presentato un progetto in grado di unire, almeno secondo le intenzioni, cultura, urbanistica, lavori pubblici e viabilità. La cultura dunque non è solo opere d'arte, ma anche mobilità sostenibile, infrastrutture, assenza di barriere architettoniche, rispetto dell'ambiente. Alla commissione che ha visionato i progetti delle 21 città che inizialmente erano in gara, Cagliari ha presentato un piano di lavoro che prevede la trasformazione del territorio in un grande laboratorio di arte, scienza e tecnologia, con l'aumento dei collegamenti tra il capoluogo e il resto d'Europa, l'apertura a internet e la messa in rete delle tradizioni isolane.
I CRITERI Per arrivare in finale insieme ad altre cinque città (Lecce, Matera, Perugia, Ravenna e Siena) l'amministrazione comunale, in poco tempo, ha messo su un progetto di sperimentazione, produzione e formazione, che inizierà nel 2015 e durerà quattro anni. D'altronde l'Unione Europea sceglierà la città che «esemplifichi la ricchezza e la diversità della cultura europea», è scritto nel sito internet dedicato all'iniziativa curato dal ministero dei Beni Culturali. E non basta essere una città con un grande patrimonio culturale (Venezia, per esempio, è stata scartata), ma nel portale viene chiarito come sia tenuto in conto «il programma di lavoro che si intende porre in essere durante l'anno di selezione, volto a valorizzare la molteplicità e la ricchezza delle culture presenti nel Vecchio Continente, a rafforzare i legami culturali che tengono unita l'Europa, a promuovere il contatto tra cittadini provenienti da differenti aree europee al fine di favorire la comprensione reciproca e così rafforzare la cittadinanza europea».
LE RICADUTE Se davvero Cagliari verrà scelta come Capitale europea della cultura, le ricadute economiche ci saranno, ma non dirette. Il “premio” in denaro è infatti di un milione di euro. Poca roba tutto sommato per un capoluogo di regione. Le convenienze, piuttosto, sono ben altre. La città diventerà sempre più conosciuta a livello internazionale, il nome di Cagliari abbinato alla cultura porterebbe all'afflusso di turisti da tutto il mondo. Un'occasione unica per aumentare il proprio profilo internazionale, avere maggiore visibilità, sviluppare ulteriormente il turismo.
I COMMENTI «Siamo in pole position, ai commissari italiani e stranieri siamo riusciti a dimostrare di essere nelle condizioni di poter generare sviluppo, riqualificando intere zone della città», ha detto il sindaco Massimo Zedda, che ha spiegato anche come la stabilità economica dimostrata dal Comune sia un punto a favore. Enrica Puggioni, assessore alla Cultura, non vuole sprecare questa opportunità: «Al di là di come andrà a finire, Cagliari deve aprirsi sempre di più agli altri territori». Per Francesca Ghirra, presidente della commissione Cultura, è un sogno che si realizza: «Il percorso della candidatura è partito in ritardo, ma non abbiamo iniziato da zero. C'è un grande entusiasmo che sta contagiando anche i Comuni dell'area vasta».
Piercarlo Cicero