Luca Rossettini: il Cagliari si salverà ma il Sant’Elia in queste condizioni è assurdo
di Mario Frongia wCAGLIARI
«Ce le giochiamo una per volta. Inutile pensare a chi sta dietro: sbagli uno scontro diretto e sei nella bagarre. Ora, testa al Livorno». Luca Rossettini, tira dritto. Il centrale rossoblù – contratto rinnovato fino al 2016 – è concreto. E religioso: «L’incontro di settembre con Papa Francesco? Un’emozione unica. Credo e prego, spiritualità e religione cristiana sono riferimenti ineludibili. Nulla è lasciato al caso: l’umanità aveva bisogno di regole e riferimenti e abbiamo avuto Benedetto XVI. Ora – spiega Rossettini – c’è Papa Francesco: emblema di solidarietà e affetti a favore del prossimo più debole e disagiato». Lucido e determinato. Come in campo. Colto e raffinato, è figlio di un architetto: «Mio padre si è rassegnato al figlio calciatore. Quand’ero a Siena, da Padova veniva a vedermi solo a Torino. Cagliari? Ha visto lo stadio, è rimasto basito. Magari parteciperebbe alla ristrutturazione». Che ruolo ha la sua famiglia? «Fondamentale e unico. Sono sposato, ho un bimbo, Davide, due anni e mezzo, e Sofia di sei mesi: dedico loro ogni minuto. Ho un sogno: averli in tribuna quando io gioco. Ma col Sant’Elia così, dovrò scordarmelo». Questa storia dello stadio è indigesta. «Stare diciotto mesi lontano da casa e dai tifosi è stato pesante. Ma adesso, serve concentrazione. I 7 punti di vantaggio sulla terzultima sono preziosi, ma non possiamo mollare di un centimetro». C’è un rammarico? «Aver preparato e giocato bene le partite con Juve e Milan e averle perse per delle inezie giocandole a testa alta». Il Cagliari dovrà soffrire fino alla fine? »Dico che è meglio sentirci dentro la lotta anziché pensare di esserne fuori. Poi, tiriamo le somme». Arriva il Livorno. Chi lascerebbe fuori? «Nessuno. Vorrei avere con noi PInilla, Ibarbo e Pisano». Il più forte nel suo ruolo? «Thiago Silva. Mentre Ibra è il più forte mai marcato». E in casa Cagliari? «La sorpresa è Sau, Prandelli dovrebbe portarlo in Brasile. Ibarbo è forte e può crescere. Mentre Cossu è fantasia pura: ma in allenamento posso dargli una stecca».