Più la crisi stritola la società, e più c'è bisogno delle associazioni: da un lato per ricongiungere i cittadini fra loro, e dall'altro per farli affezionare di nuovo alle istituzioni. Del “Valore dell'associazionismo al tempo della crisi” - questo il titolo dell'appuntamento - si è discusso ieri al Ghetto nel corso del Congresso regionale dell'Arci sarda, tappa intermedia fra la chiusura dei congressi territoriali e l'apertura, prevista a marzo nel capoluogo emiliano, del Congresso nazionale.
«La crisi economica genera sfiducia in se stessi e nel prossimo», ha esordito il presidente regionale Franco Uda, «ecco perché l'associazionismo acquisisce un ruolo fondamentale di ricostruzione dei legami all'interno della società e con la politica, da tempo non più in grado di mostrare un progetto affascinante». Arci Sardegna, che conta poco meno di 8 mila soci e circa 80 associazioni aderenti (tra queste, Acli, Associazioni dei migranti, Auser, Banca Etica, Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap, e alcune sigle sindacali) è soprattutto aggregazione sociale e culturale, attraverso la realizzazione di laboratori teatrali e artistici per tutti.
«Fra i progetti più ambiziosi c'è il “Treno della memoria”», ha proseguito Uda, «con il quale abbiamo accompagnato circa 250 giovani sardi a visitare i campi di sterminio, per conoscere le tragedie del passato e riflettere su quelle del presente». Tra la folta platea, anche il sindaco Massimo Zedda: «Plaudo all'associazionismo, in grado di intervenire laddove le istituzioni non riescono».
Michela Seu