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Il terremoto che scuote il servizio idrico della Sardegna è racchiuso in mezza pagina: sufficiente alla Procura di Nuoro per chiedere lo stato di insolvenza, e dunque il fallimento, di Abbanoa, società a capitale pubblico devastata da un buco in bilancio che negli ultimi anni ha raggiunto vette da fantascienza. Oltre 800 milioni di euro a metà 2013, erano 6 a fine 2005. Una corsa verso l'alto che potrebbe interrompersi in conseguenza dell'iniziativa che il sostituto Andrea Schirra voleva intraprendere già l'estate scorsa per i tanti decreti ingiuntivi a carico dell'ente e che ha avviato un mese fa, ordinando anche alla Finanza di verificare lo stato patrimoniale aziendale.
IN TRIBUNALE Condizionale d'obbligo, perché dal 27 di questo mese (data dell'udienza) il Tribunale avrà davanti diverse soluzioni. Dichiarare la propria incompetenza territoriale, se lo chiedesse la difesa: la sede legale dell'ente è a Nuoro ma le attività principali sono svolte a Cagliari, dove del resto si trovano il consiglio d'amministrazione, i sindaci e i documenti societari. Nominare un commissario al posto del cda. Oppure sostenere la “non fallibilità” dell'azienda, che svolge un essenziale servizio pubblico.
CAGLIARI Possibilità allo studio anche del consulente Giuseppe Aste, incaricato di spulciare i conti di Abbanoa dal pm Giangiacomo Pilia. A Cagliari infatti va avanti da mesi l'inchiesta che per prima ha consentito di scoperchiare il profondo rosso dell'azienda: approfondimenti nati da quanto sostenuto lo scorso 8 aprile da Michele Caria, revisore legale della società, il quale aveva lanciato al direttore generale Sandro Murtas l'accusa di nascondere la vera situazione in capo all'ente idrico. Nel documento consegnato agli azionisti si faceva riferimento a una «confusione totale» e ad «anomalie nell'uso dei conti correnti». Convinzioni ribadite nell'interrogatorio col pm, che aveva aperto un fascicolo per peculato e abuso d'ufficio contro ignoti e incaricato Aste e Fiamme Gialle di studiare i bilanci e l'uso del denaro pubblico fatto dai vertici dell'ente.
I DUBBI Militari e consulente dovrebbero depositare gli incartamenti entro due settimane. A quel punto potrebbero comparire i primi indagati. Improbabile però che anche gli inquirenti di Cagliari chiedano il fallimento, strada scivolosa. Se il Tribunale decidesse diversamente, condannerebbe la Procura al pagamento delle spese; in casi analoghi in Sicilia e nelle Marche l'ente idrico aveva chiesto l'accesso al concordato preventivo e i giudici avevano dichiarato la sua non fallibilità. Inoltre Abbanoa ha un piano di risanamento approvato dall'Ue e si deve attendere la sua valutazione; esiste il controllo analogo; le tariffe sono stabilite dall'Aato, l'autorità d'ambito. Non resta che aspettare.
Andrea Manunza