Il giornalista e corrispondente estero de La Repubblica ospite alla Mediateca del Mediterraneo, a Cagliari, per il consueto appuntamento con il programma di Radio Capital Tg Zero: un’ora per ridere e riflettere su lavoro, politica e "bottariga".
CAGLIARI - La Sardegna gli ha subito dato il benvenuto in modo speciale, quando la protesta dei ricciai ha bloccato anche la sua nave. Ma Vittorio Zucconi ne ha viste tante in giro per il mondo e non ha perso la sua ironia. Il programma che conduce assieme a Edoardo Buffoni è sempre seguitissimo, e anche stavolta c’era una vera folla ad attenderlo alla Mediateca del Mediterraneo. “Quand’ero in America era difficile perché il mio nome finiva con una vocale: mi chiamavano “don Vittò” – ha scherzato – ma tornare in Italia era rassicurante perché nel frattempo qualcosa poteva essere cambiato…invece è tutto come prima”. Zucconi ha poi parlato dello stadio Sant’’Elia: “Ancora non ci ho capito niente” e della Mediateca: “su sette tassisti nessuno la conosceva: tutti però mi consigliavano la bottariga”.
Ma, a poca distanza dalle elezioni, è stata la politica a fare da padrona: “28 liste, 1500 candidati per 50 posti da Consigliere, peggio che a un concorso. C’è qualcuno che sa nominarle tutte?” E in effetti nessuno c’è riuscito. Numerosi gli interventi da parte del pubblico: una platea orientata in gran parte a sinistra, ma non è mancata una punta di scetticismo e qualche acclamazione per la novità della Murgia. Qualcuno ricorda il caso Barracciu e Zucconi commenta: “La lentezza del nostro sistema giudiziario è una tragedia, spesso passa l’idea che indagato vuol dire colpevole”.
Si cita anche la gloria passata dell’isola, a paragone con il presente, e c’è chi parla di cementificazione e di ridare la Sardegna ai sardi: “Io sono nato a Bastiglia, anche lei sommersa dall’acqua: e ci sono tanti altri casi in Italia ma la Sardegna è veramente la vetrina del meglio e il peggio del Paese: ha espresso tanto in filosofia, cultura e arte, ha dato i natali a Berlinguer e Gramsci, eppure è ridotta così. Perché, non lo so”. E sul lavoro, proposto da tanti anche tra il pubblico come ricetta per uscire dalla crisi: “Non c’è una macchina spargi-lavoro, chi lo può creare? Se pensate allo Stato, i più anziani si ricorderanno della corruzione della Cassa del Mezzogiorno”. La vera politica invece “non è quella dei grandi programmi”, ma quella che “realizza la piccola progettualità, giorno per giorno”. Molto trattato anche l’argomento Grillo, con i suoi seguaci definiti da una signora “fascisti inconsapevoli” mentre Zucconi ha paragonato l'ex comico a un giocoliere che deve fare numeri sempre più spettacolari per destare attenzione, o al “nipotino di tre anni, che fa i capricci”. Applausi a scena aperta. Bocciato senza appello Cappellacci: “il matrimonio con lui è fallito, cambiamo, anche se in America si dice che nel secondo matrimonio l’esperienza prevale sulla speranza”.
Promosso, con qualche riserva dal pubblico, Renzi: “Ha resuscitato Berlusconi, però aveva promesso la riforma elettorale e l’ha fatta. Fra tanti che parlano, lui ha fatto qualcosa”. Per Zucconi non esiste comunque un governo che possa soddisfare tutti, anzi “se si fa il conto di chi è al di sopra di sospetti, sono solo quelli che non fanno politica”. “Ma alla fine chi vi piace?” - ha detto intervistando la platea - Renzi?” “Nooo”- ha risposto il pubblico. “Berlusconi? Casini? Cappellacci?” e ogni volta un “noo” corale. “Vi piace la bottariga?” – “siii!” – ha risposto la platea stando al gioco. “E allora più bottariga per tutti! – ha concluso Zucconi – fonderò un partito!”