- L'architetto Mario Pittalis e l'impresa de Le Murate
Ristrutturare un carcere storico? Un'impresa. Mario Pittalis lo sa bene: architetto, nato a Cagliari 54 anni fa, è il funzionario del Comune di Firenze che ha seguito passo passo un'opera titanica, la trasformazione dell'ex carcere delle Murate in un complesso urbanistico innovativo, che include 73 case a edilizia residenziale, una foresteria comunale da 23 posti letto, due nuove vie, una piazza da 60 metri per 60 al posto del vecchio cortile, un caffè letterario che ospita conferenze, concerti, dj set, un ristorante, un incubatore di imprese. Il tutto in un edificio del Quattrocento (originariamente era un convento: ospitava le monache dell'ordine delle Murate), che comprende anche una cappella (Santa Maria della Neve) la cui facciata viene tradizionalmente riferita a un progetto di Michelangelo: e questo a Firenze, in un centro storico considerato patrimonio dell'umanità dall'Unesco. Al posto delle celle da due metri per quattro separate da muri spessi 40 centimetri oggi ci sono appartamenti modernissimi, con portoncini blindati, impianto per la tv satellitare, collegamento alla rete del gas di città.
PASSAGGIO DI PROPRIETÀ Pittalis insiste: il primo passo è definire l'assetto proprietario. «Un passaggio di proprietà che coinvolge il Demanio e un ministero è un'impresa, in Italia. A Firenze abbiamo impegato vent'anni. Se Cagliari vuol fare altrettanto a Buoncammino, si muova per tempo e si armi di pazienza». Il Comune toscano si mosse nel 1982, tre anni prima che i detenuti fossero trasferiti a Sollicciano; i lavori si sono conclusi l'estate scorsa.
FINANZIAMENTI Pittalis è convinto che, tra le svariate possibilità oggi previste, il ricorso a fondi pubblici sia la migliore. Il Comune di Cagliari sta pensando di attingere a quelli della programmazione europea per il 2014-2020: «Benissimo. Ma attenti: a Firenze, a progetto approvato, dopo che si saranno superati ostacoli per il privato insormontabili, iniziarono ad arrivare pressioni dai privati. Fu merito del sindaco di allora, Mario Primicerio, il primo eletto col nuovo sistema, tenere la barra ferma». Sua anche l'impresa di ottenere (gratis) l'impegno di Renzo Piano, ambasciatore Unesco e suo amico personale, come garante del progetto.
UNA SQUADRA Terzo punto: come organizzarsi. «Il Comune di Firenze costituì una struttura di scopo: un ufficio speciale alle dirette dipendenze del sindaco. Ne facevano parte funzionari, dirigenti, quattro professionisti assunti proprio in quell'occasione (fra cui me) più 12 neolaureati (10 in architettura e due in ingegneria) con borse di studio da un milione di lire al mese. Una supersquadra che per un anno ha soltanto studiato (fondamentale: per far bene le cose serve tempo) e l'anno dopo ha realizzato un piano urbanistico attuativo».
APPALTO «Abbiamo preferito andare avanti per lotti: non potevamo combattere con una di quelle super-imprese dagli agguerriti uffici legali. Ci sono voluti 13 anni ma siamo riusciti a chiudere uno dopo l'altro tutti i cantieri senza un contenzioso. Abbiamo speso solo l'80 per cento del finanziamento: i costi sono stati di 1.400 a metro quadro. A La Maddalena, per dire, l'albergo realizzato nell'ex ospedale militare in occasione del G8 è costato 27 mila euro al metro quadro».
Marco Noce