Le cause
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La Regione ha torto e deve pagare e la Coimpresa potrà costruire a Tuvixeddu ma solo a determinate condizioni. Da una parte viene riconosciuto alla società di Cualbu un maxi-risarcimento per lo stop ai lavori imposto dalla Regione, dall'altra viene precisato che i vincoli imposti dal Piano paesaggistico del 2006 esistono, sono validi e mettono precisi paletti all'edificazione. Secondo il collegio arbitrale che ha sancito le responsabilità dell'ente pubblico per il blocco dei cantieri, resta valido l'accordo di programma siglato nel 2000 tra Coimpresa, Regione e Comune. Ma il Tar Sardegna l'anno scorso ha precisato che i vincoli previsti dal Ppr di Soru valgono anche per il precedente accordo di programma. Una decisione appellata, il giudizio è ancora pendente.
È una delle tante divergenze legali sorte nell'affaire Tuvixeddu. Così l'insediamento urbano previsto inizialmente è stato ridimensionato drasticamente. In precedenza il Consiglio di Stato aveva considerato illegittima la delibera della Giunta Soru con il conseguente stop dei lavori, ma sempre i giudici amministrativi nel 2011 avevano stabilito che a Tuvixeddu c'era un'area totalmente vincolata e che per gli interventi sulle altre parti era necessaria la collaborazione tra Regione e Comune. Quando il centrosinistra alla guida della Regione aveva fermato le ruspe, a palazzo Bacaredda governava il centrodestra. Poi le parti si sono invertite e la prevista copianificazione tra gli esecutivi di Cappellacci e Zedda non ha mai dato risultati.
Il vertice
L'estate scorsa a Villa Devoto c'è stato un vertice tra governatore e sindaco sui principali progetti infrastrutturali del capoluogo. Dall'incontro, che si era svolto in un clima cordiale, era emerso anche che sarebbe partita la cosiddetta copianificazione per rimodulare l'accordo di programma del 2000 e che i tecnici delle due amministrazioni avrebbero cominciato a lavorare fianco a fianco per risolvere la vertenza Tuvixeddu. Ma i buoni propositi non hanno avuto seguito e ora è Giuseppe Cualbu, titolare di Coimpresa, a sollecitare le due amministrazioni perché risolvano la questione.
Milioni
Nel frattempo è diventata esecutiva la decisione del lodo arbitrale, che ha quantificato in 78 milioni il danno subito dall'impresa per il prolungato blocco dei lavori. La Corte d'Appello civile di Roma ha negato la sospensiva e già all'inizio di marzo Villa Devoto dovrà mettere mano al portafogli. La Regione ha presentato ricorso, che si è sommato a quello già depositato nel 2011 sulla prima decisione parziale del collegio arbitrale. I due provvedimenti saranno unificati e la sentenza non arriverà prima del 2016, data in cui la Regione avrà comunque già sborsato i quasi ottanta milioni che spettano a Coimpresa per i danni subiti.
Marcello Zasso