- Ambientalisti in difesa del Ppr, l'attacco di Cossa e la replica di Lai
Anche se il lodo ha accolto le ragioni della Coimpresa, a Tuvixeddu «non si può mettere un altro mattone» perché «le disposizioni del Ppr sono state definitivamente riconosciute legittime dal Consiglio di Stato il 3 marzo 2011». È quanto sostengono le associazione ambientaliste Amici della terra e Gruppo di intervento giuridico. «Finché Il Puc di Cagliari non sarà adeguato al Ppr» (passo cui dovrà seguire la modifica dell'accordo di programma per poi valutare «indennizzi e permute per chiudere ogni contenzioso») non potranno esserci interventi.
Ma per il portavoce di Cappellacci uno dei limiti del Ppr era «proprio quello di vincolare parti del territorio lasciando ad altri il compito di “sbrogliare la matassa” creata da norme la cui finalità era paralizzare ogni attività. Oggi che quel pasticcio dovrebbe già essere superato dobbiamo attendere l'inerzia del Comune di Cagliari, inadempiente. È dal novembre 2011 che la Regione è pronta a concludere la copianificazione». Per Michele Cossa, coordinatore regionale dei Riformatori, «i sardi pagano la gestione fallimentare di 5 anni di malgoverno della Giunta Soru-Pigliaru». I 78 milioni potevano essere utilizzati «per costruire 40 scuole o metterne a posto 200». Attacco cui ha replicato Silvio Lai, segretario regionale del Pd: «Cossa giustifichi i 140 milioni di euro in più per i costi dei farmaci che la Giunta da lui sostenuta ha speso ogni anno per cinque anni. Avremmo potuto costruire 80 nuove scuole».