Protesta: «I nostri terreni non hanno valore»
Parlano di «estorsione legalizzata», gridano allo «scandalo» e si scontrano con le cartelle di Equitalia. «Sono disperato, mi ritrovo a dover scegliere se pagare il dentista a mio figlio o le bollette». Paolo Laconi è uno dei 150 proprietari di Su Stangioni. Circa 200 ettari al confine con la città, tra la statale 554 e la motorizzazione, alle spalle una storia ancora senza fine iniziata dieci anni fa. Nel 2004 il Comune cambiò la destinazione dei terreni da agricoli a edificabili. Da allora il valore catastale di quegli appezzamenti paludosi è schizzato alle stelle. E anche le richieste di pagamento di Ici prima e Imu poi. «È una vergogna, i nostri terreni non hanno valore», polemizzano i proprietari. «Chiediamo il declassamento dell'area e il congelamento dell'imposizione fiscale».
Nella vicina Piana di San Lorenzo l'istantanea è identica: 400 ettari, 145 “latifondisti”, e la stessa battaglia con l'ufficio dei tributi. «Siamo esasperati, il Comune deve fare qualcosa»: la richiesta parte da Pinotto Cao, ma il malumore è condiviso. «Da quando hanno reso l'area edificabile mi ritrovo a pagare 800 euro di Imu», racconta Gabriella Migoni, 67 anni e mezzo ettaro nella piana. Nel mirino finisce l'amministrazione: «Da anni chiediamo al sindaco di fare qualcosa, ma non si presenta nemmeno agli incontri».
Sara Marci