Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Le famiglie povere sono novantamila

Fonte: La Nuova Sardegna
8 maggio 2008

L’EMERGENZA

Le famiglie povere sono novantamila

Nasce un’alleanza fra associazioni per sostenere i casi di disagio





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CAGLIARI. Uniti si vince, divisi si perde. Soprattutto quando il nemico si chiama povertà, che in Sardegna sta diventando sempre più subdolo e minaccioso, giacchè ormai ha conquistato zone e settori fino a qualche anno fa completamente sicuri. Come il ceto medio: «Basta una spesa imprevista di seicento-settecento euro - avverte Franco Manca, economista e collaboratore Caritas diocesana - per mettere in crisi una famiglia monoreddito, formata da cinque persone, e farla entrare nel tunnel del disagio».
Nasce così la più santa - visti gli obiettivi che si prefigge - delle alleanze, quella contro la povertà. Ne fanno parte Pastorale regionale del Lavoro, Caritas diocesana, Acli Sardegna, Cisl sarda, Associazione “Dialogo e Rinnovamento” e Coldiretti regionale, che ieri hanno presentato programmi e obiettivi nel corso di una conferenza stampa: «Ma l’Alleanza è aperta alla partecipazione di tutto l’associazionismo sardo» precisano i promotori.
Poche parole e molti fatti negli otto punti del programma dell’alleanza. Iniziative concrete per sensibilizzare società e amministratori pubblici, affinchè «il tema del disagio entri a far parte come questione prioritaria dell’agenda politica».
«Un appuntamento ricco di significati reali e simbolici - ha detto Mario Medde, segretario generale della Cisl sarda - potrebbe aversi entro quest’anno in una delle zone interne più svantaggiate dell’isola, per gridare che la povertà esiste ancora e ogni giorno mostra i mille volti della disoccupazione, dell’emarginazione, dello sfruttamento e della crisi alimentare. Sarà il summit regionale sul disagio, mentre fra un anno a La Maddalena ci sarà quello mondiale sulla ricchezza, il G8».
«Già oggi chiediamo alla Regione - aggiunge Antonello Menne, dell’associazione “Dialogo e Rinnovamento” - di realizzare un piano di contrasto contro le povertà». Che sono molte, alcune delle quali sommerse, e all’origine di una nuova fuga dalla Sardegna: «Ci stiamo privando, a causa della ripresa dell’emigrazione soprattutto intellettuale - dice Menne - di una generazione di classe dirigente. Un lusso che la nostra isola non può permettersi».
Emigrazione per cercare lavoro, per andare al di là del precariato, per dare sbocco e prospettiva a laurea e diploma. Nel quarto trimestre del 2007 le persone in cerca d’occupazione erano 77 mila, mentre il fenomeno dello scoraggiamento, cioè rinuncia alla ricerca di un lavoro, ne coinvolgerebbe circa 103 mila. Crocevia del disagio la famiglia. L’Istat indica per la Sardegna il 16,9% di nuclei familiari al di sotto della linea di povertà relativa, calcolata in 970,34 euro mensili per due persone. Dunque 90.764 famiglie povere: erano 87.910 nel 2004 e 74.780 nel 2003. «E’ necessario affermare nella nostra isola - dice Luca Saba della Coldiretti - politiche economiche capaci di promuovere lo sviluppo e di supportare in maniera vigorosa la crisi che attraversa la famiglia. Non è un caso che quest’alleanza, aperta a tutti, parta da associazioni che hanno una matrice cristiana, quindi naturalmente molto attenta alla famiglia».
«Animare le coscienze e coinvolgere la politica regionale perchè si renda promotrice di un intervento urgente di contrasto alla povertà» sono le tappe immediate del programma indicato da Ottavio Sanna delle Acli, che ha anche letto la lettera disperata di una dipendente di un ente di formazione professionale: «Ho in arretrato - scrive la lavoratrice - tre mesi di affitto con sfratto in mano senza sapere dove andare, la bolletta Enel scaduta, una finanziaria ferma dal mese di dicembre, rifiuti e acqua da pagare, senza macchina perché con l’assicurazione scaduta, mi ritrovo senza bombola, anche se poco utile visto che l’unica cosa per cui mi serve è riscaldare una tazza di latte».
Un disagio particolarmente grave per i pensionati: «Il valore medio della pensione in Sardegna è di 587 euro - spiega Alberto Bottoni, segretario generale degli over 65 Cisl - contro una media nazionale di 685,76 euro. Siamo gli invisibili della società: dal 1992 il potere d’acquisto delle pensioni è diminuito del 33 per cento».
«La povertà è un’emergenza - conclude don Pietro Borrotzu - che richiede una mobilitazione generale e un’attenzione articolata, costante e organica». (re.ca)