Le tappe
È del 2000 l'accordo di programma tra Nuova Iniziative Coimpresa (proprietaria dell'area di Tuvixeddu), Regione (guidata da Mario Floris) e Comune (Mariano Delogu sindaco). In base a quel compromesso l'impresa può realizzare un intervento edilizio sul colle cedendo al Municipio le aree archeologiche da riqualificare. Nel 2003 l'amministrazione (sindaco Emilio Floris) dà inizio ai lavori per il parco archeologico mentre i primi interventi degli operai di Coimpresa cominciano nel 2005.
Nell'agosto 2006, però, la Giunta regionale guidata da Renato Soru estende i vincoli ambientali sul colle e blocca il cantiere. Si apre un contenzioso, con una sfilza di cause che interessano ogni tipo di tribunale. Le sentenze spostano l'ago della bilancia da una parte all'altra. Nel 2009 arriva un nuovo via libera per gli interventi grazie alle decisioni di Tar e Consiglio di Stato. Nel frattempo vengono interrotte le opere di urbanizzazione che il Comune ha affidato ad altre imprese e si aprono nuovi contenziosi. Tra uno stop e l'altro sono realizzati in via Is Maglias solo due dei palazzi inizialmente previsti. Ora la Regione deve risarcire i danni per il lungo stop. Nel marzo 2011 una nuova sentenza del Consiglio di Stato rimescola le carte, precisando che nella zona di Tuvixeddu c'è un'area coperta da tutela integrale (prevista nel Piano paesaggistico di Soru del 2006): Regione e Comune devono trovare un accordo su come eseguire i lavori nella parte restante del colle. (m.z.)
«Otto anni
per avere
giustizia»
L'intervista
«Ci sono voluti otto anni per avere ragione». Gualtiero Cualbu è soddisfatto per la decisione della Corte d'Appello di Roma che «regala una certezza: se si usano leggi e regolamenti in modo distorto si possono creare situazioni pesanti. È un pasticcio ma non l'abbiamo creato noi, è la conseguenza delle scelte del presidente Soru». Il prossimo governatore «forse non farà neanche in tempo a insediarsi», sottolinea l'imprenditore, «la sentenza che impone il pagamento sarà esecutiva ai primi di marzo». Negli ultimi anni la guida dell'azienda nel cantiere mai chiuso è passata al figlio Giuseppe: «La decisione respinge la richiesta di sospensiva ma non aggiunge niente a quanto deciso dal lodo. In compenso tutto è rimasto fermo». Dal 2011 Regione e Comune avrebbero dovuto lavorare insieme per trovare una soluzione. «Perché nulla è stato fatto, visto che entrambe avevano interpretato in questo senso la sentenza del Consiglio di Stato?»
CAPPELLACCI All'attacco anche il governatore Cappellacci: «Le conseguenze di una guerra ideologica, portata avanti con furia cieca dalla Giunta Soru, rischiano ora di pesare sulla collettività, che si vede privata di una strada e di un parco ed è esposta al risarcimento di somme ingentissime. Sono i danni del Ppr tanto decantato dai finti ambientalisti che nulla tutela e ha portato cause giudiziarie. Chi con la propria condotta ha causato tutto questo dovrà risponderne».
Marcello Zasso