Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Marina, vivere e non dormire

Fonte: L'Unione Sarda
3 febbraio 2014


nelle notti di ordinario rumore
- L'esasperazione dei residenti tra musica e discussioni all'aperto

 

Almeno nei mesi freddi, con i tappi nelle orecchie qualcuno riesce a dormire. Non è una battuta, assicurano loro. Perché se a una parte di cittadini (e ai turisti) piace la Marina popolata notte e giorno, i tavoli fuori dai locali per mangiare all'aperto, la possibilità di bere una birra seduti in piazza, c'è una parte di abitanti che sta male.
E sono proprio loro a raccontare una serata nelle strade del rione. Non una di quelle in cui accade un episodio grave, come qualche giorno fa quando un gruppo di ragazzi è entrato in un palazzo arrivando fino al primo piano, ma quello che accade in un fine settimana qualunque. E allora succede che nella notte fra venerdì e sabato, dove la temperatura è bassa e in strada c'è meno gente del solito, un gruppo di ragazzi rimane in piazzetta Savoia a conversare. Nessuno trascende. È mezzanotte, restano là almeno due ore. Parlano, discutono, ogni tanto (com'è normale che accada) qualcuno alza la voce. Chi abita là vicino non può non sentirli.
Voci, tra l'altro, che si accavallano con quelle di un altro gruppetto di giovani. Sono là vicino, in via Dettori, ed è l'una. Un residente non riesce a dormire, si affaccia dalla finestra, li conta: sono almeno venti, tutti là, a parlare suddivisi in mini gruppetti. Le voci, messe insieme, infastidiscono. Anche perché non è finita. Dalle 23, per alcune ore, si sente musica. Sarebbe vietato, ovviamente. Un abitante cerca di capire da dove arrivano le note, non capisce bene se si tratti di musica dal vivo oppure siano gli autoparlanti di qualche bar. Cambia poco, perché il risultato è che il sonno tarda ad arrivare.
Un residente, verso le 2, sta rientrando a casa, a piedi, in una strada del rione. Nota qualcosa di strano. Due ragazzi stanno urinando. Stanno facendo i loro bisogni tra la sua auto e il portone del palazzo. Ed è una cosa che accade in parecchie zone. La mattina, intorno le 8, in via Baylle per esempio si vede una signora che sta buttando un secchio pieno d'acqua e varechina in strada. Sta cercando di eliminare il tanfo insopportabile che ogni fine settimana si crea tra urina, vomito, e altro.
Eppure l'altra notte non è stata una delle giornate più brutte. C'è di peggio, assicurano i residenti. Soprattutto nei mesi estivi, con centinaia di persone in strada fino all'alba: macchine danneggiate, assorbenti e profilattici buttati per terra, ubriachi che sfondano le porte dei palazzi e fanno i bisogni negli androni, chi attacca le gomme da masticare ai citofoni o mette il silicone nelle portiere delle auto in modo che la mattina i proprietari non riescano ad aprirle. E tanto altro.
Piercarlo Cicero