Entro febbraio la consegna del rudere alla Prosperius - Sarà trasformato in un centro di riabilitazione per anziani e sportivi
Rush finale per l'ex ospedale Marino. Il rudere sulla spiaggia del Poetto presto potrebbe cambiare aspetto e diventare, finalmente, un centro d'eccellenza dedicato alla riabilitazione. Per chiudere definitivamente la vicenda e affidare l'edificio, progettato dall'architetto Ubaldo Badas, alla Prosperius, che lo gestirà per mezzo secolo (poi tornerà al Demanio regionale), manca la dichiarazione dell'associazione temporanea di imprese (Ati). Una volta che l'atto finirà sul tavolo del direttore generale dell'assessorato regionale agli Enti locali potrà essere firmato il documento che integra la concessione urbanistica. Da allora non ci saranno più scuse: all'ex ospedale Marino potranno iniziare i lavori di recupero.
LA PROSPERIUS Da quando il 21 maggio 2007 è stata aggiudicata la gara d'appalto per il recupero del vecchio edificio sulla spiaggia (nato come colonia estiva per i figli dei lavoratori di organizzazioni sindacali fasciste), la vicenda ha avuto decine di intoppi burocratici. «Sono trascorsi sette anni e questa sembra la volta buona», spiega Mario Bigazzi, responsabile della Prosperius, la società che - dopo la rinuncia della Sa&Go - il Consiglio di stato ha dichiarato aggiudicataria. «Registriamo una situazione di tranquillità, senza le ostilità o le resistenze del passato». Quali sono le tappe che permetteranno di trasformare il rudere del Poetto da ammasso di rottami a moderno centro sanitario? «Tra pochi giorni sarò in città per consegnare l'ultimo documento e ricevere la determina regionale. Carte che poi presenterò alla Commissione europea per ottenere il finanziamento Jessica (un finanziamento europeo per gli investimenti sostenibili nelle aree urbane) e alle banche». A quanto ammonta il costo del progetto? «Sui venti milioni, salvo sorprese che potremo scoprire solo quando entreremo in possesso dell'edificio». I tempi? «In primavera inizieranno i lavori, entro l'estate e 2015 - salvo imprevisti - contiamo di rendere operativa almeno metà struttura. Sarà un'opera importante anche per l'occupazione: impiegheremo giovani sardi, in collaborazione con l'Università».
Andrea Artizzu