Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

I giudici e il ministro silurano Massidda

Fonte: La Nuova Sardegna
30 gennaio 2014


 
Nuova bocciatura dal Consiglio di Stato: Lupi gli revoca l’incarico di commissario all’Autorità portuale di Cagliari 
 
 
 
 
 

di Mauro Lissia

CAGLIARI Bocciato dal Consiglio di Stato per carenza totale di titoli, respinto con un’ordinanza categorica anche il ricorso per sospensiva presentato per lui dal ministero dei Trasporti, Piergiorgio Massidda ha incassato ieri sera l’ultimo colpo dall’amico ministro Maurizio Lupi: prevale l’interesse della maggioranza di governo, l’ex senatore del Pdl deve sloggiare subito dagli uffici dell’Autorità portuale di Cagliari. Tecnicamente è decaduto dall’incarico semestrale di commissario straordinario che Lupi gli aveva affidato in barba alla decisione e alle valutazioni poco lusinghiere dei giudici amministrativi supremi. C’è già il sostituto: è Vincenzo De Marco, attuale comandante della Capitaneria di porto di Cagliari. Guiderà l’amministrazione portuale il tempo sufficiente perché gli enti territoriali presentino al ministero le nuove terne di candidati alla successione: la richiesta formale è già partita, difficile che il nome salti fuori prima della consultazione elettorale. Capitolo chiuso, dunque. Ed era ora: accolto dai giudici di palazzo Spada il ricorso in appello del docente di diritto della navigazione Massimo Deiana, la parabola di Massidda sembrava volgere all’addio già il 25 settembre scorso, quando il medico fisiatra ed ex senatore ha deciso di resistere, continuando a lavorare negli uffici del porto. Una scelta apparsa ai più paradossale, che poi è diventata chiara quando il ministro Lupi l’ha nominato commissario. Come dire: uscito dalla porta e rientrato dalla finestra. Deiana non si è arreso: subito un esposto alla Procura ed è partita un’inchiesta per abuso d’ufficio, con Lupi nella scomoda veste di indagato dal tribunale dei ministri. Nel frattempo il M5s, appoggiato da parte del centrosinistra, si è mosso in commissione trasporti e la questione-Massidda, con tutti i risvolti giudiziari, è finita all’attenzione del parlamento. Se ne doveva discutere già l’altro ieri, poi il punto all’ordine del giorno è slittato. Lupi ha fiutato l’aria e ha colto al volo l’opportunità offerta dall’ordinanza del Consiglio di Stato per congedare Massidda.

Per l’ex senatore, che ha trascorso due giornate a Montecitorio nel tentativo di arginare l’offensiva dei grillini, resta ora la tenue speranza della Corte di Cassazione: ha ricorso anche a quella, che però può valutare solo gli aspetti giurisdizionali. L’ordinanza firmata dalla sesta sezione del consiglio di stato è tombale: non ci sono ragioni «di eccezionale urgenza e gravità per sospendere la sentenza precedente». Lupi invece fa riferimento alla nomina di Massidda, ora revocata in seguito al nuovo pronunciamento dei giudici, per esigenze di continuità. Secondo la nota diffusa dal dicastero romano Massidda era stato promosso commissario straordinario «tenendo conto della richiesta giunta dal territorio, dagli operatori del settore e dalle parti sociali che davano una valutazione positiva del suo operato». Valutazione in aperto contrasto col giudicato del consiglio di stato, per il quale Massidda non possedeva neppure uno dei titoli indispensabili per governare un porto. Al contrario, avevano scritto i giudici, la sua designazione appariva legata solo alle relazioni politiche e alla posizione raggiunta nei suoi quattro mandati parlamentari consecutivi. Insufficienti però, sono sempre valutazioni dei giudici, ad acquisire le conoscenze tecniche che la legge prevede per l’attribuzione dell’incarico di presidente dell’Authority. Conoscenze che Massidda e i suoi legali hanno sempre rivendicato con forza e che gli avevano garantito una prima vittoria giudiziaria davanti al Tar. Ora la partita si riapre e la decisione di Lupi, per quanto indotta dai riflessi politici, sembra minacciare anche la posizione di altri commissari portuali, su tutte quella di Fedele Sanciu a Olbia. «Tutto questo non doveva succedere - è il commento di Deiana - quella di Lupi è un’intempestiva retromarcia che a questo punto appare anche un po’ triste». ©RIPRODUZIONE RISERVATA