Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il ministro: via Massidda

Fonte: L'Unione Sarda
30 gennaio 2014

 

Vincenzo Di Marco a capo dell'Autorità portuale - La decisione di Lupi dopo l'ordinanza del Consiglio di Stato

 


Fuori Piergiorgio Massidda, arriva Vincenzo Di Marco. Sarà il direttore marittimo e comandante della Capitaneria a guidare, d'ora in avanti, l'Autorità portuale. È stato il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, che gli aveva tra l'altro affidato il ruolo di commissario straordinario dopo la sentenza di settembre con cui il Consiglio di Stato gli aveva sottratto la presidenza, a dichiarare decaduto Massidda. Lo ha fatto poche ore dopo il pronunciamento con cui lo stesso Consiglio di Stato, martedì sera, aveva respinto la richiesta di sospendere la sentenza con cui i giudici, il 26 settembre 2013, avevano annullato la nomina di Piergiorgio Massidda a presidente dell'Autorità portuale.
ORE DI TENSIONE In pochissime ore l'ex senatore del Pdl si è ritrovato fuori dall'Authority. «Frastornato» (il termine è suo) per una doppia sentenza che prima ha confermato il no alla presidenza e poi al ruolo di commissario straordinario. «Mi rincuora il fatto che con Vincenzo Di Marco sia stata scelta la continuità e non sia arrivato un altro commissario. Col capitano di vascello abbiamo lavorato in perfetta armonia, saprà far bene».
Martedì sera il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di sospensiva della sentenza che aveva costretto Piergiorgio Massidda a lasciare alla presidenza. Per i giudici della IV sezione presieduta da Giorgio Giaccardi non ci sono evidenti ragioni «di eccezionale gravità e urgenza» che giustifichino la sospensiva. L'ex senatore ha mantenuto per una manciata di ore la postazione di commissario assegnatogli dal ministro Lupi. Ruolo che avrebbe costretto Massidda all'ordinaria amministrazione.
DA ROMA Intanto il ministero delle Infrastrutture ha deciso di ricorrere contro la decisione del Consiglio di Stato per congelare gli effetti della sentenza in attesa del pronunciamento della Cassazione cui Massidda si è rivolto. Sentenza attesa per luglio. «Non avevo alcun dubbio che sarebbe finita così, dopo tre mesi era difficile pensare che il Consiglio di Stato potesse smentire se stesso», aveva detto ben prima della seconda mazzata.
L'INCARICO Massidda era stato nominato commissario straordinario, con un incarico temporaneo della durata massima di sei mesi, per dare continuità alla gestione del porto di Cagliari e per evitare la paralisi. I poteri conferiti erano stati limitati agli affari ordinari indifferibili e urgenti. Il ministero delle Infrastrutture ha già attivato le procedure per individuare il nuovo presidente dell'Autorità portuale.
Intanto arrivano le prime reazioni. Il consigliere comunale di FI, Edoardo Tocco, parla di «una decisione schizofrenica di Lupi. Nessuno in tre anni è mai riuscito a dare un volto nuovo al porto, a ottenere i risultati che sono sotto gli occhi di tutti». Per il deputato del Pd Romina Mura, «la decisione del ministro, per quanto tardiva, ci riporta a uno Stato di diritto, dove le leggi ancora contano e valgono erga omnes. Avremmo preferito che non fosse la decisione di un giudice a costringere la politica a tornare sui suoi passi». Per deputati del M5S, «il ministro Lupi alla fine ha preso atto della indifendibilità del commissario Massidda. L'odierna sentenza del Consiglio di Stato è stata un utile strumento che ha evitato alla maggioranza l'imbarazzo di far arrivare questa settimana in Aula il voto sulla sua decadenza.
È Piergiogio Massidda, a tarda sera, a inviare su facebook gli auguri di buon lavoro al comandante Di Marco. «Caro Vincenzo, sono sicuro che avrai la forza di difendere il porto e la Sardegna come abbiamo fatto in questi anni».
Andrea Piras

«Un violento
attacco
alla città»

L'intervista

 

È convinto di tornare. Da vincitore. Ma intanto per l'ex presidente ed ex commissario quella di ieri è stata una gran brutta giornata.
Doppia mazzata?
«L'ordinanza del Consiglio di Stato l'aspettavo, la decisione del ministro l'ho intuita nel Transantlantico quando mi sono reso conto che c'era in atto un fortissimo attacco preelettorale».
Poteri forti?
«Direi interessi forti. La sensazione... anzi, la certezza, è che non è tanto Piergiorgio Massidda a essere davanti al mirino ma il porto di Cagliari e dunque l'Isola. Il porto canale è in crescita, la zona franca sarà pronta dopo le elezioni e ci sono in ballo centinaia di posti di lavoro. Ho fiducia nella magistratura, conto di tornare per proseguire il lavoro che si sta cercando di bloccare».
Parla dei distretti?
«I distretti sono in fase di definizione, siano riusciti a separare la Sardegna dalla Sicilia. Non so cosa potrà accadere ora».
È convinto ancora di avere i requisiti per guidare l'Authority?
«Si è detto che non ho le competenze, che da medico non posso dirigere l'Authority. Ebbene, io dico che intanto ho la laurea a differenza di quanto avviene nel resto d'Italia, dove molti colleghi stanno al loro posto pur avendo il solo diploma superiore. Lavorano, lo fanno ottimamente, ma stando al Consiglio di Stato non dovrebbero stare al loro posto».
Con Di Marco che vi siete detti?
«Per ora ancora nulla».
A. Pi.