Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Porto, vince il Cacip

Fonte: L'Unione Sarda
29 gennaio 2014

 

La sentenza: «Illegittimo l'esproprio dei terreni» - Annullata la delimitazione dell'Agenzia demaniale

 


Il Cacip vince la battaglia davanti al Consiglio di Stato e riavrà indietro i terreni nella zona dell'area portuale che gli erano stati portati via dall'Agenzia del demanio. La clamorosa sentenza, depositata ieri a tarda sera, ribalta il verdetto del Tar Sardegna e dà ragione al consorzio industriale, che nel marzo di due anni fa si era visto condannare alla restituzione delle aree, molte delle quali erano state già vendute a imprenditori privati (i quali avevano effettuato pesanti investimenti perdendo quasi tutto).
LA VICENDA Al centro della complessa vicenda c'è la nuova delimitazione con cui nel giugno 2010 il Demanio aveva ricompreso nell'area portuale i terreni del Cacip, considerandoli beni propri. Gli acquirenti privati, di fatto espropriati, avevano deciso insieme al Consorzio di rivolgersi al Tar, chiedendo l'annullamento del provvedimento e un risarcimento alle amministrazioni di 160 milioni di euro. Dalla parte del Cacip, si erano schierate la Provincia e i comuni di Sestu, Sarroch ed Elmas. La Regione e il Comune di Cagliari stavano invece con Capitaneria di porto, ministero delle Infrastrutture, Provveditorato alle opere pubbliche, Agenzia del demanio e Autorità portuale.
LA SENTENZA Ora il verdetto del Consiglio di Stato che ha «disposto l'annullamento del verbale di delimitazione impugnato in primo grado per avere l'Amministrazione statale erroneamente proceduto ad individuare i presupposti per procedere all'attività di delimitazione, concludendo nel senso del carattere demaniale dei compendi in tale sede esaminati». L'errore commesso dall'Agenzia del demanio - secondo i giudici - è di aver «inteso ricomprendere nel concetto di “porto” anche le aree idonee a soddisfare interessi connessi con l'industria, il commercio e il turismo, in quanto tali riconducibili al novero di ‘pubblici usi del mare», nonostante «ragioni sistematiche e fattuali deponessero nel senso di escludere il carattere della demanialità in capo ai beni immobili interessati dall'atto di delimitazione del 24 giugno 2010». Resta salvo invece il Piano portuale.
Massimo Ledda