Piano d'emergenza
Da ieri le porte delle strutture di accoglienza in città sono aperte anche per loro, ma la ventina di rifugiati che da quasi un mese pernottano sotto i portici del Municipio perché privi di alloggio ha deciso di respingere l'offerta di aiuto e proseguire il presidio di protesta. Eppure il piano di emergenza approntato da Comune e volontari e destinato ai clochard della città per far fronte al freddo intenso di questi giorni ha compreso anche i giovani extracomunitari. Un rifiuto poco comprensibile agli occhi dell'assessore alle Politiche sociali, Luigi Minerba, che in questi giorni si era attivato dopo la richiesta di aiuto lanciata a pochi passi dalla sede del Comune.
«Abbiamo potenziato i servizi a disposizione dei senzatetto estendendoli anche ai ragazzi che dall'inizio dell'anno vivono all'addiaccio tra piazza Matteotti e i portici di via Roma, alcuni hanno accettato l'offerta, altri hanno invece deciso di affrontare il gelo notturno».
I giovani immigrati, nonostante dal 31 dicembre abbiano ufficialmente ricevuto lo status di rifugiati politici e i documenti, non hanno il denaro per lasciare la città e raggiungere parenti e amici sparsi per l'Europa.
«Non è certo per ingratitudine che il gruppo ha respinto l'assistenza del Comune - ha spiegato Giacomo Dessì, rappresentante dell'associazione Presidio piazzale Trento che da settimane supporta gli stranieri -, un sostegno occasionale non è la soluzione. Vogliono una casa e un lavoro e sanno che soltanto un presidio davanti al Municipio sarà efficace per ottenere ciò che chiedono».
L. M.