Contributi bloccati da ottobre, in programma un sit in in via Roma
«Non abbiamo soldi neanche per fare la spesa, e nei negozi non ci fanno più credito. Non compriamo più nemmeno le medicine». C'è chi piange per la disperazione, chi si vergogna di chiedere 10 euro ad amici e parenti e chi, puntando il dito contro il Comune, annuncia: «Faremo causa».
Sono i sofferenti psichiatrici beneficiari del contributo relativo alla legge 20 del '97, un aiuto economico nato con l'intento di creare diversivi (iscrizione a palestre, corsi etc.) ma che la crisi economica ha trasformato nell'unico introito a disposizione. Lo scorso 23 dicembre hanno ricevuto un assegno che contempla il 35 percento della mensilità di settembre e l'intera somma di ottobre: di novembre e dicembre, a tutt'oggi, neppure l'ombra. L'importo dell'assegno, determinato in base a parametri che includono reddito e altre erogazioni assistenziali (come la pensione di invalidità e la legge 162), non supera i 475 euro mensili e così, ormai alle porte di febbraio, c'è chi deve ancora ricevere quasi 1.500 euro.
Una ventina di pazienti si sono riuniti in questi giorni per costituire il Comitato Legge 20, altri potrebbero entrare a farne parte molto presto: «Ci hanno sempre dato i contributi in ritardo e a cadenza irregolare ma questa volta, saltando due mesi, hanno davvero esagerato». Impossibile per loro conoscerne le ragioni: «Proviamo tutti i giorni a metterci in contatto con l'assessorato ma nessuno ci risponde. Se entro qualche giorno non avremo notizie, ci vedremo costretti a organizzare un sit-in in via Roma».
Dal Comune, tuttavia, arriva qualche rassicurazione: «I vincoli derivanti dal patto di stabilità condizionano sia la gestione delle risorse da parte della Regione sia da parte del Comune», fanno sapere i dirigenti, «non appena avremo ricevuto gli altri fondi, daremo continuità alla liquidazione dei sussidi».
Michela Seu