Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Marcia sul San Giovanni

Fonte: L'Unione Sarda
23 gennaio 2014

Annunciate manifestazioni contro il trasferimento - La protesta su facebook ma Cgil, Cisl e Uil difendono il Policlinico

 

Raduno in piazza Yenne, marcia lungo via Santa Margherita e occupazione pacifica del Civile: si prepara su internet la manifestazione per salvare l'ospedale di Stampace.

Marceranno sul San Giovanni di Dio. Pacificamente, per chiederne la salvezza. «Ma anche e soprattutto per pretendere chiarezza, da sempre mancata, sul futuro dell'ospedale Civile cagliaritano». Stefano Porceddu, leader di quel movimento vivace e battagliero che su facebook ha fatto rimbalzare, per mesi, la protesta contro il piano di trasferimento verso il Policlinico di Monserrato, annuncia la mobilitazione. Via da internet, si torna dunque in strada? Dalla piazza riparte la marcia. «Non siamo pochi, siamo tanti. E ci faremo sentire».
LA COMUNICAZIONE Sfruttando il tam tam della Rete il “Gruppo facebook No alla chiusura del San Giovanni” radunerà i manifestanti in piazza Yenne per poi scalare via Santa Margherita fino al Civile. E sarà occupazione. «Pacifica, simbolica. Forse allora ci ascolteranno, forse così si confronteranno con le persone che chiedono solo risposte, certezze. Legittima chiarezza sul futuro di questo importante presidio sanitario che funziona da oltre centocinquant'anni e che si vuole cancellare in nome di una razionalizzazione dei servizi».
Un vocabolo - cancellare - che non piace all'assessorato della Sanità: proprio ieri ha ribadito l'assoluta volontà della Regione di dare continuità al San Giovanni portando, in sede di conferenza dei servizi con l'Amministrazione comunale, l'azienda ospedaliero-universitaria e l'Università, l'idea-progetto di insediare nel caseggiato il poliambulatorio cittadino.
LE PROPOSTE Per Giuseppe Orrù, funzione pubblica-Cgil, la protesta contro il trasferimento delle cliniche e dei reparti e l'annuncio di manifestazioni è davvero esagerata. «Ma davvero si può ancora pensare che il vecchio caseggiato del San Giovanni possa ospitare un ospedale moderno e sicuro? La cartina di tornasole per dimostrare la bontà del piano sono i reparti di Ostetricia e Ginecologia, lo è il reparto di maternità. Ebbene, lo si visiti, così ci si renderà conto di ciò che lasciamo e ciò che noi, come utenti della salute, abbiamo guadagnato». Per Orrù, «la Cgil non può che essere favorevole a una struttura efficiente non soltanto dal punto di vista medico-assistenziale ma anche logistico. Come si può ancora insistere sul Civile che ha dimostrato tutte le sue carenze? Non ci si dimentichi che dopo l'ultima ristrutturazione del 1994, costata oltre tre miliardi di lire e che avrebbe dovuto risolvere vecchie emergenze, i problemi strutturali sono tornati a galla». E sono ancora presenti. Ci vuol poco a scoprirli. Muri scrostati, pareti che trasudano umidità. Correnti d'aria. Prese di corrente ad alto rischio.
LE PAURE «Cagliari, a differenza di quanto si sostiene - dice ancora Giuseppe Orrù - si sta muovendo come molte altre città, dove gli ospedali si stanno spostando verso la periferia: sarà possibile non soltanto muoversi senza i condizionamenti del traffico ma anche sfruttare spazi adeguati per i servizi di supporto come l'elisoccorso. E poi non è vero che il problema grosso sono i trasporti. Certo, per il Policlino l'attuale sistema di trasferimento, ancora monco, va completato, ma non si parli di difficoltà. Semmai i problemi sono proprio al San Giovanni».
Pietro Lutzu in questo ospedale ha trascorso trentacinque anni di vita, dividendosi professionalmente tra la Clinica chirurgica e la Clinica ostretrica: è uno dei dipendenti del Civile che adesso lavora al Policlinico. Sindacalista della segreteria territoriale della Uil, ricorda le battaglie contro il piano di smantellamento quando già si intravedeva il progetto di costruzione, a Monserrato, del Policlinico. «È vero, il San Giovanni è obsoleto. È anche vero che era giusto, sacrosanto dare a Cagliari strutture moderne e all'avanguardia. Ma rinunciare al Civile è sbagliato, assolutamente deleterio per Cagliari, per l'hinterland, per la Sardegna. Non ci sono progetti certi, sulla carta, che delineino il futuro di quest'ospedale. Non vorremmo che il San Giovanni facesse la fine del Marino. Un monumento-vergogna, il simbolo dell'abbandono». Il sindacalista della Uil ricorda la funzione importantissima di questo nosocomio nato nel cuore della città vecchia. «Ci si sta dimenticando della prevenzione, di quanto il San Giovanni sia un punto di riferimento di una fetta consistente di Cagliari. Già la crisi economica sta costringendo molte persone, spesso gli anziani, a non curarsi. Se l'ospedale chiude, il fenomeno potrebbe accentuarsi. Per questo come Uil ribadiamo con forza la necessità che la Regione e l'azienda universitario-ospedaliera decidano subito, ora, quale sarà la destinazione del San Giovanni. Un poliambulatorio? Ecco, si lavori per questo, si gettino le basi del progetto e si accelerino i tempi, o per lo meno si diano certezze».
LA RICHIESTA Torna, con insistenza, la voglia di certezze. Di progetti sicuri coi quali fare i conti, confrontarsi. L'idea di un polo sanitario degli ambulatori specialistici annunciata dalla Regione, ma che ancora non gode dell'ufficialità, piace anche ai difensori del San Giovanni a oltranza. «La non chiusura del San Giovanni - dice Lutzu - serve anche per giustificare i tanti soldi spesi, i milioni investiti per mantenere in vita il Civile. Con i poliambulatori, però, resti anche il pronto soccorso».
Fermamente convinta della scelta di trasferire a Monserrato le strutture dell'ospedale cagliaritano di Stampace è la segreteria territoriale della Cisl: «I nuovi spazi - ricorda Gianni Sainas - sono ben più efficienti sia per chi lavora, sia per i pazienti. Negarlo sarebbe sbagliato. Esistono da parte nostra, però, preoccupazioni. Il Blocco Q del Policlinico è in grado di assorbire tutte le strutture? Sappiamo che sarà un'operazione inevitabilmente lenta e che potrebbero esserci disagi nei trasferimenti, ci auguriamo che si svolga tutto con intelligenza e attenzione. Penso a Medicina 1 e Medicina 2. Ebbene, verrà a galla il problema della dirigenza, bisognerà ricollocare le professionalità. Noi siamo pronti a confrontarci con l'azienda e la Regione sul Policlinico e sul San Giovanni, che oggi ha gravi carenze e negatività anche sul piano della sicurezza ma che dovrà diventare il centro per i piccoli ambulatori, il centro prelievi e i servizi amministrativi».
Insomma, al monumento di Gaetano Cima dove eccellenti professionalità si sono formate negli anni, Cagliari non vuole rinunciare. «Non si dimentichi che da quest'ospedale, dalle costole del San Giovanni sono nati negli anni Ottanta il Brotzu e più recentemente il Policlinico di Monserrato.
LA MOBILITAZIONE Resta l'attesa. Il popolo del San Giovanni, finito su facebook, rilancia la proposta di un'azione di lotta. Appuntamento in piazza Yenne. Quando ancora non si sa, ma dal movimento assicurano tempi certi. Prima delle elezioni, per chiedere a chi ha governato perché il confronto è mancato.
Andrea Piras