Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tuvixeddu, alla scoperta del sottosuolo

Fonte: L'Unione Sarda
20 gennaio 2014

- Un'escursione nelle grotte della necropoli con gli speleologi di Sardegna sotterranea e Aloa felice

 

Un tuffo nel passato dall'epoca antica alla storia recente. Più di cento persone si sono date appuntamento ieri alle 15 in piazzale Trento, per visitare i sotterranei del Colle di Tuvixeddu. Apertura straordinaria, voluta fortemente per sensibilizzare cittadinanza e amministrazione al turismo sostenibile, dalle associazioni culturali Aloe Felice e Sardegna Sotterranea, rappresentate dallo speleologo Marcello Polastri e da Angelo Pili.
Abbigliamento comodo e torce in mano, due ore di un appassionante quanto suggestivo percorso storico-archeologico, sopra e sotto terra, nel labirinto di gallerie artificiali underground che si snodano per ben 2 chilometri. Davanti agli occhi dei visitatori, in un terreno facilmente accessibile oltre una rete di recinzione, immerso nella sterpaglia, si scorge il canyon artificiale. Il percorso a S del canyon è il risultato, diventato simbolo, della frenetica attività di cava della Italcementi che, fino agli anni '70, estraeva i blocchi di calcare da trasformare in calce.
Nella parte alta si scorgono ancora quelli che, purtroppo, sono i resti solo di alcune delle migliaia di tombe puniche che popolano l'intero colle. Di queste, si intravedono le sezioni dei pozzi d'ingresso alle celle funerarie, che un tempo, finemente decorate, accoglievano i defunti con i loro ricchi corredi. E se si fa una passeggiata a Bergamo, non ci si deve stupire se, nella direzione della Italcementi, è presente un mosaico con una targa che porta la scritta “Necropoli romana di Cagliari”: non bisogna dimenticare che sul versante meridionale del colle si trovano le tombe romane. Un autentico sbancamento della roccia, sceso fino a 40 metri di profondità, che nulla ha risparmiato.
Nei sotterranei, la parte nascosta della vecchia cava: metri e metri di gallerie attraverso le quali i vagoni, in un via vai di operai e macchinari, trasportavano la pietra appena estratta verso l'esterno. Dall'epoca punica, all'attività di estrazione. Non solo. Le gallerie sotterranee sono state anche il rifugio che, durante la seconda guerra mondiale, offriva protezione a circa 300 cagliaritani in fuga dai bombardamenti. Un metro quadro era lo spazio concesso a ogni persona. Non basta questo, perché nel dopoguerra chi era rimasto senza tetto, ha utilizzato queste gallerie come abitazione. Ancora si può scorgere qualche traccia di questo singolare utilizzo, come resti di suppellettili.
Cosa fare ora di questo sito, abbandonato e trascurato? Perché non restituirlo ai cittadini? «L'iniziativa “Alla scoperta delle strade sotterranee di Tuvixeddu” - dice Polastri - ha svelato oggi alcuni angoli sconosciuti ai più, per consentire all'opinione pubblica e ai cagliaritani di riappropriarsi delle nostre radici. Per questa ragione ogni sabato pomeriggio e domenica mattina organizziamo tour guidati sia in siti turistici sia in luoghi della memoria abbandonati fornendo una puntale comunicazione sui nostri portali». Un'offerta turistica potenzialmente vantaggiosa per tutti. Il prossimo 'appuntamento per gli appassionati è fissato per sabato 25 gennaio, alle ore 17.30 al Teatro di Sant'Eulalia, dove si terrà un seminario che farà il punto della situazione sul turismo sostenibile in Sardegna, sui beni identitari, storico-artistici e archeologici. Seguirà la video-proiezione di immagini inedite sui monumenti poco noti della Sardegna e di Cagliari sotterranea.
Valentina Caruso