Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

La mappa dei «cacciatori di voragini»

Fonte: La Nuova Sardegna
22 dicembre 2008

DOMENICA, 21 DICEMBRE 2008

Pagina 1 - Cagliari

Il caso. Troppi quartieri sono stati costruiti su cavità, cisterne e cunicoli in gran parte ancora inesplorati


L’allarme degli speleologi: «Il Comune deve intervenire nelle zone a rischio»




CAGLIARI. È possibile evitare che gli acquazzoni degli ultimi mesi provochino nuovi smottamenti del sottosuolo cagliaritano? Sì, e a questo proposito c’è pure un piano d’emergenza, peccato però che il Comune non ascolti gli allarmi e ancora meno i suggerimenti degli esperti.
La denuncia è del Gruppo Cavità Cagliaritane che nei giorni scorsi ha iniviato alla giunta, ma anche alla circoscrizione di Sant’Avendrace (la numero 2) una dettagliata relazione preliminare sullo studio del sottosuolo, per mostrare quali sono i punti più pericolosi della città. Uno su tutti: la presenza di cavita in prossimità dei quartieri esposti negli anni a un’urbanizzazione selvaggia e che adesso rischia, con le piogge, di essere inghiottiti dalle voragini.
Scrive in una nota il Gruppo: ‹‹Crolli, voragini e paura: sono tutti elementi che a partire dall’alluvione del 22 ottobre si presentano puntuali e che hanno confermato le gravissime carenze in materia di pianificazione del territorio››. Carenze che non sono mai state azzerate negli anni, amministrazione dopo amministrazione. ‹‹Pur tuttavia - proseguono gli appassionati di speleologia - - per prevenire gli effetti devastanti delle voragini, come quella che si è aperta l’8 agosto in via Peschiera, abbiamo presentato agli amministratori un dettagliato studio››. Una mole di foto, carte, descrizioni serrate di cavità, porzioni di territorio e quant’altro, realizzati con l’aiuto di geologi e altri esperti, che ‹‹mette in relazione le cavità urbane con la formazione delle voragini e le crepe di assestamento sulle facciate dei palazzi››. Nel caso di via Peschiera, ad esempio, la documentazione mostra che la voragine dell’8 agosto ‹‹è stata chiusa con una colata di pietre e malta cementizia, in modo affrettato e senza una necessaria e accurata esplorazione del suolo››. Queste frettolose opere di ripristino ricordano, prosegue il Gruppo cavità cagliaritane, ‹‹le gallerie che bucano non solo via Peschiera, ma anche via Marengo, viale Merello e Is Mirrionis››, dove nel tempo ‹‹l’accesso ai siti è stato chiuso soltanto con un alcuni camion di terra e poi il tutto ricoperto da palazzi e asfalto››. Adesso, ‹‹un po’ per il lavoro delle radici degli alberi, un po’ per le perdite nella rete idrica e le infiltrazioni di acqua piovane, la volta dei sotterranei continua a perdere i pezzi, provocando gli smottamenti che tutti conoscomo››. La soluzione c’è ed è quella che emerge dagli studi del Gruppo cavità cagliaritane: il Comune deve mettere a disposizione il suo archvio di conoscenze, per pemettere serie opere di consolidamento.