Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

S. Stefano, deposito Nato pronto all'uso

Fonte: L'Unione Sarda
14 gennaio 2014

 

I camion portano via i residuati bellici. Gettiamo le Basi: il sito destinato allo stoccaggio?

 

Anche ieri mattina, come pare accada da qualche tempo, il traghetto Saremar ha dato un passaggio da Palau a Santo Stefano ai camion diretti fin dentro la pancia di Monte Moro. Nei cunicoli del deposito della base Nato è tempo di grandi pulizie: le armi e le munizioni buttate lì ormai da cinquant'anni, e ridotte a ferraglia arrugginita, verranno finalmente portate via e lo spazio tornerà libero come un campo da calcio. Tra domani e giovedì fuori tutto: i mezzi carichi saliranno di nuovo sulla nave fino a Palau (quella che, per turno, non fa servizio passeggeri ndr ), da qui in processione fino al porto di Olbia, poi il viaggio sulla Moby fino a Piombino e arrivederci. «La missione - avverte Salvatore Sanna, fino al 2000 nel Comipa (il Comitato misto paritetico per le servitù militari) - è ripulire il materiale presente nel deposito. Poi si vedrà, quella è una struttura pronta a tutto». Magari pronta anche a ricevere le armi chimiche siriane. L'allarme è stato lanciato dal Comitato Gettiamo le Basi che ha raccolto le segnalazioni arrivate dall'isola (e che per domani, alle 10, in piazza del Carmine a Cagliari, organizza un sit-in davanti alla Rappresentanza del Governo). «Se ciò che temiamo è vero, sarebbe una conferma alle nostre certezze sull'uso della Sardegna come una pattumiera bellica - dice Mariella Cao, portavoce del comitato antimilitarista -. Dopo la fuga degli Stati Uniti, quel deposito è stato classificato come strategico. La Maddalena è la migliore location per queste cose».
Possibile si tratti solo di una coincidenza? Gli americani sono andati via ormai da cinque anni lasciandosi dietro fondali inquinati e depositi pieni di armi stipate in tre lustri. Eppure finora non si era vista una sola operazione di ripulitura dei cunicoli di Santo Stefano, colmi - per una parte dei dodici chilometri di galleria aperta dentro la roccia di granito - di ferraglia e ruggine. «La cosa preoccupante - puntualizza Mariella Cao - se è vero che questo movimento anomalo è funzionale all'arrivo delle armi chimiche, è quanto ha detto Emma Bonino riguardo il nome del porto scelto». Il nome, ha comunicato il ministro degli Esteri, sarà annunciato il 16.
Giusto il giorno, ma questa è solo una deduzione, in cui saranno ultimate le operazioni di carico e i camion impegnati a Santo Stefano saliranno tutti sul traghetto per la traversata verso Palau lasciandosi dietro il deposito bello pulito e pronto ad accogliere qualunque roba. «Ho ricevuto informazioni dalla Farnesina - dice il sindaco della Maddalena Angelo Comiti -: il carico di armi chimiche siriane non transiterà qui né in alcun porto della Sardegna. Poi, è chiaro, noi teniamo sempre alta la guardia perché è vero che a Santo Stefano c'è un impianto militare che, quanto a sicurezza, è tra i primi in assoluto».
E così, dopo la minaccia su Cagliari e Oristano, la paura tocca anche l'isola più bella. «Insomma - allarga le braccia il sindaco Comiti -, l'ipotesi di uno stoccaggio delle armi chimiche in un parco nazionale che oltretutto sta per diventare riserva internazionale...».
Piera Serusi