Rapporto Caritas. Tra il 2006 e il 2007 gli interventi sono stati 2441, ma il fenomeno è in costante crescita
In aumento le richieste di aiuto per cibo e vestiario
Per extracomunitari e vittime dell'usura sono stato creati due centri di ascolto ma la nuova emergenza è quella legata all'aumento dei senzatetto. In difficoltà anche un esercito di laureati.
In silenzio e con dignità si rivolgono ai centri d'ascolto della Caritas per chiedere aiuto: qualche centinaia di euro per pagare la rata dell'affitto, un'occupazione (anche se per pochi giorni) e vestiti. Ma anche cibo, pannolini e pappe per neonati. Sono i nuovi poveri di Cagliari: 2441 persone che tra il 2006 e il 2007 hanno avuto la forza e il coraggio di uscire dalle loro case e bussare in uno dei centri cittadini della Caritas. Una fetta di povertà che si mescola a quella che soffre in silenzio.
EMERGENZA Anno dopo anno, il numero dei poveri aumenta: in Sardegna le famiglie sotto la soglia della povertà sono passate dal 17 per cento del 2006 al 23 dello scorso anno. E le previsioni per il 2008 sono pessimistiche: una famiglia sarda su quattro sarà sotto la linea della povertà. Un allarme sociale da combattere e sconfiggere - compito dei politici - ma anche da fronteggiare con la solidarietà. Qui entra in campo il volontariato che ha nella Caritas una delle organizzazioni di frontiera. Anche ascoltando il grido di dolore di famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese o che non hanno i soldi per vestire i loro figli.
NUOVI CASI Un fenomeno sempre più complesso, con nuove categorie che entrano a far parte della povertà cagliaritana. È il caso degli extracomunitari e delle persone che finiscono nella rete dell'usura. Per questo in città sono sorti due centri d'ascolto creati proprio per occuparsi dei problemi degli stranieri e di quei cittadini che, schiacciati dal peso dei debiti, rischiano di finire nel baratro portandosi dietro i familiari.
LA CARITAS In collaborazione con la Diocesi e con il Comune di Cagliari cerca di fare la sua parte grazie ai cento volontari impegnati nei diversi centri cittadini (viale Sant'Ignazio, via Po, parrocchia Sant'Eulalia, Bonaria, Sant'Elia e Pirri). Dai dati raccolti nelle sedi d'ascolto della Caritas è possibile tracciare un quadro della povertà in città. Statistiche contenute nel dossier “Persone e numeri nei centri d'ascolto della diocesi”, realizzato dall'ufficio studi e presentato ieri dall'arcivescovo monsignor Giuseppe Mani e dal direttore della Caritas, don Marco Lai.
I NUMERI In due anni hanno chiesto aiuto, almeno una volta, 2441 persone: la maggioranza donne (53 per cento). Tra le novità registrate dai centri d'ascolto la crescita dei cittadini stranieri che nel 2007 hanno raggiunto quota 47 per cento. Clandestini, stranieri regolari e richiedenti asilo politico che lottano per trovare un pezzo di pane e un posto dove trascorrere la notte. Risposte che cerca di dare il centro Kepos, allestito nella parrocchia di Sant'Eulalia alla Marina. La comunità più numerosa è quella proveniente dall'Est Europa, ma lo scorso anno è cresciuta enormemente quella algerina.
IDENTIKIT Ma chi sono i poveri che si aggirano nelle strade della città? Con extracomunitari e senza tetto ci sono soprattutto persone tra i 35 e 54 anni, il più delle volte sposate o conviventi e con famiglia a carico: hanno un'abitazione e un titolo di studio (ci sono anche laureati e tanti diplomati), ma sono disoccupati. I bisogni maggiori sono di natura economica (35,6%), lavorativa (24%) e abitativa (8,5%). Le richieste sono, per la metà, materiali (cibo, vestiti, elettrodomestici), altri chiedono un lavoro (16%) e soldi (13).
MATTEO VERCELLI
20/12/2008