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Cagliari, due storie di burocrazia e (in)giustizia. Il Comune risarcisce i morti

Fonte: web SardegnaOggi.it
23 dicembre 2013

A distanza di quarant’anni il Comune risarcisce un imprenditore che voleva costruire un “Palaghiaccio”, ma lui nel frattempo è morto. Nel ‘94 scoppia una condotta idrica in via Sauro: allagamenti e danni a case e palazzi ma i proprietari vengono risarciti solo oggi, vent’anni in ritardo. Due casi di (in)giustizia e burocrazia a Cagliari.

CAGLIARI - La pubblica amministrazione dovrebbe essere efficiente, efficace, rapida. Lo dice la legge, ma a volte accade l’esatto opposto. Lentezza e inefficienza generano costi per la collettività e un mostro da evitare per quei cittadini che vogliono vedere rispettati i propri diritti. Ieri due casi emblematici rispolverati dal passato: il Consiglio comunale approva due debiti fuori bilancio, oltre 700 mila euro da pagare per mettere fine a cause giudiziarie risalenti a decenni prima.

Domani infatti saranno passati esattamente 40 anni dall’inizio di un incubo chiamato burocrazia per un cagliaritano allora intenzionato a realizzare una struttura sportiva, un “palaghiaccio”, all’interno del bunker (un ex deposito carburanti) a Monte Mixi. Il 21 dicembre 1973 Francesco Atzori firma una convenzione per l’affidamento in concessione della struttura, circa 1500 metri quadrati, sulla base di un progetto di massima che la Commissione edilizia di Cagliari aveva già valutato favorevolmente. I necessari lavori di ristrutturazione si sarebbero dovuti concludere entro due anni dal loro inizio. Viene approvato il progetto esecutivo un anno dopo, 1974, ma il Comune non consegna l’immobile. Si crea una situazione di stallo che va avanti negli anni successivi, nonostante lettere di sollecito, raccomandate e un ricorso straordinario, nel 1984, al presidente della Repubblica. Ma dal Quirinale non possono intervenire e passano la palla al giudice ordinario. Dodici anni più tardi, 1996, l’allora assessore al Patrimonio chiede di rivedere la convenzione: l’imprenditore accetta e presenta un nuovo progetto che tuttavia viene bocciato dalla commissione edilizia nel 1997 perchè in contrasto con la destinazione urbanistica prevista nel Puc di Cagliari e per un’altra serie di rilievi. Si arriva al 2001 quando il Comune propone uno scambio e chiede al privato di realizzare il palaghiaccio in un altro bunker, via Rolando nel quartiere San Bartolomeo, il Consiglio comunale approva e il privato accetta.

Sembra tutto a posto ma questa volta a mettersi in mezzo è il Ministero per i Beni Culturali che nel 2002 giudica il progetto “non compatibile con le esigenze di conservazione dell’edificio, esempio di architettura bellica”. Partono le diffide e le richieste di risarcimento così si va in Tribunale dove, prima nel 2011 poi il 28 maggio 2013, i giudici amministrativi danno ragione ad Atzori che nel frattempo però è morto. Un incubo burocratico e di inefficienza amministrativa finito soltanto ieri quando il Consiglio comunale ha dato via libero al pagamento del debito: 263 mila 642,28 euro.

E’ andata meglio ad altri che, fortunatamente, non hanno dovuto attendere una vita per essere risarciti. E’ il caso dei proprietari di un condominio in via Sauro, ai quali il Comune verserà quasi mezzo milione di euro. Vengono così ripagati a quasi vent’anni di distanza dal febbraio 1994 quando la rottura di una condotta idrica causò infiltrazioni d’acqua con lesioni e cedimenti ai loro immobili. Il contenzioso con l’amministrazione si scontra con i tempi dei tribunali attraversando varie vicissitudini giudiziarie che si concludono il 5 febbraio 2013 quando viene sancita la responsabilità del Comune (chissà com’era fatta quella condotta, verrebbe da pensare). Il conto da pagare al condominio e ad altri sette residenti è di 398 mila 247 euro per quanto riguarda le spese da rimborsare, apiù 9 mila 956 euro di interessi a cui si aggiungono 42 mila 829 euro per spese di giudizio. Il totale supera 451 mila euro.